Valerio Cammarano, Il Secolo XIX 23/5/2011, 23 maggio 2011
BATTEZZATI I VENTIDUE GORILLA BEBÈ DEL RUANDA
I gorilla di montagna rischiano l’estinzione? Allora battezziamoli e vedrete che il Signore li proteggerà. Non pensate a uno scherzo, perché è questa è una delle idee escogitate dal governo del Ruanda per difendere l’esistenza di questi splendidi animali. La cerimonia si svolgerà il 18 giugno prossimo nel Parco Nazionale dei Vulcani e vedrà l’unzione dei 22 cuccioli nati quest’anno. Fra loro ci sono anche due gemelli. È successo solo cinque volte negli ultimi 40 anni.
Il battesimo dei gorilla può sembrare una mossa dettata dalla disperazione, ma così non è. I gorilla di montagna rimangono una specie a rischio - secondo l’ultimo censimento, effettuato nel 2010, tra Ruanda, Repubblica Democratica del Congo e Uganda ne sono rimasti solo 780, due terzi dei quail nel massiccio del Virunga - ma il loro numero è cresciuto di un quarto negli ultimi sette anni. Segno che le politiche di protezione messe in atto soprattutto in Ruanda stanno funzionando.
La Kwita Izina (“dare un nome” in ruandese), come la cerimonia è stata chiamata, si svolge dal 2005 ed è diventata una festa cui, oltre alle maggiori personalità politiche del Ruanda, partecipano migliaia di stranieri. Spesso si parla dei danni che il turismo di massa può creare ai pochi santuari naturali rimasti al mondo. Non sempre si dice che, in alcune zone del pianeta, come appunto il Ruanda, sono proprio i turisti a proteggere l’ambiente. Il 90 per cento delle entrate turistiche del Paese delle Colline, come viene chiamata questa splendida nazione africana, si deve proprio ai gorilla. Ed è questa la ragione per cui il governo ruandese, dopo decenni di caccia indiscriminata, ha deciso di mettere in atto politiche di protezione più severe.
Diane Fossey, la naturalista americana che aveva dedicato la vita alla salvezza dei gorilla e che per questo è stata ammazzata dai bracconieri (il caso in realtà è ancora aperto) proprio in Ruanda nel 1985, sarebbe felice di sapere che la sua opera non è andata completamente sprecata. La sua storia, che ha ispirato il film “Gorilla nella nebbia” con Sigourney Weaver, potrebbe dunque avere un lieto fine.
Certo, moltissimo resta ancora da fare. Per alcuni cacciatori, la testa di un gorilla adulto è un trofeo irrinunciabile e ci sono persone - ma sarebbe giusto definirle criminali - che sono disposte a spendere cifre incredibili per uccidere uno di questi animali. E, ovviamente, questi soldi fanno gola alle poverissime popolazioni locali. Il governo del Ruanda ci ha messo un freno, ma soprattutto nel vicino Congo, per anni dilaniato dalla guerra civile, la situazione rimane fuori controllo.
Intanto, però, si può salutare l’arrivo dei 22 nuovi cuccioli e, soprattutto, la rarissima nascita dei due gemellini. Chi teme che ai piccoli gorilla e ai loro genitori la Kwita Izina possa creare stress, possono dormire sonni tranquilli: gli animali non saranno fisicamente presenti. La cerimonia, che si svolgerà a Kinigi, nel distretto di Musanze, proprio ai piedi del Parco dei Vulcani, sarà fatta in assenza. Ventidue uomini e donne mascherati rappresenteranno simbolicamente i cuccioli e si esibiranno in canti e danze tradizionali. In questo modo, negli ultimi sei anni, sono già stati “battezzati” 121 cuccioli.
«Questa campagna e questa cerimonia - ha affermato il ministro del Turismo Monique Nsanzabaganwa - servono a incoraggiare le iniziative per la protezione dei gorilla e per promuovere il turismo, che rimane una delle voci principali della nostra economia». La signora Nsanzabaganwa ha poi aggiunto un’informazione che invita all’ottimismo sulla sorte di questi nostri “fratelli” pelosi: la superficie del Parco dei Vulcani nei prossimi anni sarà aumentata del 10 per cento. Speriamo che basti.
stefano trincia
ESPERIMENTO numero uno, principio di autorità. Incrocio stradale centro città con semaforo. Quante persone proveranno ad attraversare con il rosso? In condizioni normali una su dieci. Se a guidare l’attraversamento è però un signore elegante in abito blu e cravatta - impersonificazione dell’autorità - il numero dei pedoni trasgressori sarà tre volte più alto.
Esperimento numero due. Principio di scarsità. Un biscotto assaggiato da una scatola semivuota risulta molto più buono di uno - della stessa marca - prelevato da una scatola piena. Ovvero, un prodotto vende meglio se viene proposto in quantità limitata e per un periodo breve.
Esperimento numero tre. Principio del gregge. Il cittadino si adegua a una nuova norma o segue con maggiore disponibilità un nuovo programma se sa che la gran parte dei suoi simili si è già uniformata alle novità. Ricicla di più e meglio l’immondizia chi sa che il proprio vicino lo fa da tempo. Ovvero, in tempo di elezioni, va più volentieri a votare chi sa di non essere l’eccezione ma la regola.
Sulla scrivania di Barack Obama arrivano ormai da mesi puntualmente analisi ed indicazioni di questo genere. Il Presidente le studia con attenzione per poi farne oggetto di discussione con i suoi più stretti collaboratori. Manca poco più di un anno alle elezioni, destinate a riconfermarlo alla Casa Bianca per un secondo mandato. E, come fece proficuamente nel 2008, Obama si affida alle indicazioni strategiche di una fidatissima squadra di consiglieri. Un gruppo molto selezionato che risponde al nome ufficioso di “Consortium of Behavioral Scientists”, il Consortium degli Scienziati Comportamentalisti. Ufficioso perché l’esistenza del comitato non è mai stata riconosciuta dalla Casa Bianca: gli studiosi che ne fanno parte si riuniscono in segreto e non hanno finora mai parlato in pubblico della loro attività di consulenza al servizio del presidente o del Partito democratico. Sono 29 esperti - i migliori che possa offrire il mondo accademico statunitense - di una disciplina in fase di ascesa, quanto a diffusione negli atenei, a pubblicazioni e a applicazioni in diversi settori cruciali della vita sociale.
In campo economico, il “comportamentalismo” studia il peso decisivo che esercita sulle dinamiche di mercato la psiche del consumatore-investitore: la sua emotività, l’instinto a volte irrazionale che determina scelte imprevedibili ed impreviste dall’economia classica, basata nelle sue analisi proprio sull’assioma della razionalità e della perfezione dei meccanismi di mercato. La “behavioral economics” cerca invece di rendere “prevedibile l’irrazionale” - secondo il titolo di un libro che ha fatto scuola - tenendo conto nelle analisi economiche della variabile psicologica individuale e di massa.
«La scelta non è però importante solo in economia» spiega Dan Ariely, autore del best seller “Predictably Irrational” e docente di psicologia e comportamentalismo alla Duke University, una delle menti più brillanti del settore «anzi è proprio in politica che scegliere e decidere è essenziale per il buon funzionamento di una democrazia. L’elettore può essere considerato a tutti gli effetti un potenziale consumatore di un bene che si chiama politica. Ed in questo senso va studiato». È questo il lavoro che si è assunto il Consorzio dei comportamentalisti obamiani. Condurre, come fecero nella campagna del 2008, il Presidente nel “supermarket della politica”, illustrargli i meccanismi di base che guidano la formulazione della scelta di un candidato o di una proposta politica proprio come se fossero prodotti in vendita sugli scaffali. Tenendo conto a questo riguardo dei risvolti psicologici che contribuiscono ad orientare il consumatore-elettore in un senso o nell’altro.
Uno dei principi scientifici adottati da Obama è il cosiddetto “paternalismo libertario”, elaborato da una coppia di giovani star del settore comportamentalista: l’economista Richard Thaler ed il giurista Cass Sunstein dell’Università di Chicago. Sono gli autori di un libro letto e riletto dal presidente che si intitola “Nudge”, ovvero la “spinta soft”. Un processo cioè che prevede da parte del governo un intervento non impositivo ma persuasivo nei confronti dei cittadini affinché adottino comportamenti virtuosi in vari campi della vita quotidiana, dal risparmio energetico al rispetto dell’ambiente all’alimentazione. Dopo l’elezione di Obama - che ha assorbito la filosofia sociale del “nudging” nel suo programma elettorale - Sunstein è entrato a pieno titolo nell’amministrazione. Ed ora insieme a Thaler e agli altri membri del Consorzio ha il compito di affinare strategie e tecniche persuasive in vista della campagna per il secondo mandato.
Ad esempio, la storia dell’orticello della Casa Bianca, inaugurato e curato dalla first lady Michelle Obama, è un input degli studiosi comportamentalisti che risponde al principio dell’“appeal of conformity”, il richiamo del conformismo. Più che rispondere a insistenti inviti a mangiare prodotti naturali e a consumare “locale”, gli scienziati del Consorzio hanno scoperto che vale molto di più l’istinto all’emulazione e la risposta al principio di autorità: ovvero, se la First Lady coltiva le carote nell’orto della Casa Bianca e poi le fa mangiare alle proprie figlie, posso farlo anche io.
«La gente vuole fare ciò che pensa che gli altri stiano facendo» spiega il professor Robert Cialdini, massima autorità statunitense nel campo della persuasione non più occulta ed autore del best seller “Influence” «Obama ha cercato di mettere in pratica questo principio».