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 2011  maggio 22 Domenica calendario

«Noi come i pionieri del Mayflower, adesso la meta è colonizzare Marte» - Buzz Aldrin ha 81 anni e gli occhi color cielo

«Noi come i pionieri del Mayflower, adesso la meta è colonizzare Marte» - Buzz Aldrin ha 81 anni e gli occhi color cielo. Il suo nome resterà nei libri di storia e l´impronta del suo piede sulla superficie della Luna da quando, il 20 luglio 1969, ci è sbarcato con Neil Armstrong a bordo dell´Apollo 11. Sulla cravatta ha un compendio di storia del volo: la spilla con l´aereo dei fratelli Wright verso la punta, la "sua" Luna all´altezza del cuore, e più in alto appuntato Marte. «Il primo aereo è del 1903, l´allunaggio del 1969, per Marte saremo pronti intorno al 2025»: i "balzi giganteschi" dell´umanità procedono a intervalli regolari, secondo questo pioniere che è a Capri per la presentazione della partnership tra la maison di orologi Omega e l´organizzazione ambientalista GoodPlanet che sta per lanciare un documentario sugli oceani girato con riprese aeree da Yann Arthus-Bertrand. «Sulla Luna abbiamo raccolto rocce e alzato un po´ di polvere. Per la sopravvivenza futura dell´uomo è a Marte che dobbiamo guardare» dice Aldrin. Nel momento in cui la Nasa manda in pensione gli Shuttle le prospettive però non sembrano rosee. Gli Usa non hanno neanche una navetta per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. «Se non saremo noi ad andare su Marte, qualcun altro lo farà. Imprese come questa offrono ispirazione a intere generazioni e danno la misura della statura di una nazione. L´America ha speso una quantità incredibile di soldi per andare sulla Luna, e ora sta buttando via la sua leadership per un errore di programmazione che ha portato gli Shuttle ad andare in pensione prima che fosse pronta un´alternativa. Il paradosso è che quand´anche decidessimo oggi di tornare sulla Luna, probabilmente la Cina ci arriverebbe prima». Marte è un obiettivo così lontano. «Anche lo Sputnik arrivò come un fulmine a ciel sereno, e la Luna stessa sembrava irrealizzabile. Raggiungere Marte vuol dire costruirvi una base permanente. Una volta lanciate tutte le componenti sulla sua superficie, l´assemblaggio può essere affidato a robot comandati a distanza, usando un satellite del pianeta come punto di appoggio. Poi, dopo un viaggio di circa 9 mesi, arriverebbero le squadre di astronauti a completare il lavoro. Alla fine ci saranno missioni che partiranno per restare». Un viaggio di sola andata? «I pellegrini del Mayflower non attraversarono l´oceano per tornare indietro, ma per realizzare un nuovo insediamento umano. Il presidente che annuncerà una base permanente su Marte sarà ricordato assai più di Kennedy. Già nei prossimi anni, al momento della selezione degli astronauti, potremmo iniziare a chiedergli se sono disposti a entrare nella storia». Nel frattempo quali sono le prospettive dell´esplorazione spaziale? «Avverrà quel che è accaduto con il volo. All´inizio si trattava di un´impresa da pionieri. Poi gli aerei iniziarono a essere usati dal governo per la guerra o per portare la posta. Oggi ciascuno di noi usa questo mezzo di trasporto, che è gestito da compagnie private. Apprezzo la scelta della Nasa di affidare lo sviluppo di nuove idee alle aziende private». Anche il turismo spaziale avrà ricadute positive? «Perché ad esempio non vendere biglietti a 100 dollari, e poi scegliere attraverso una lotteria un piccolo numero di vincitori da portare in orbita? La gente ritroverebbe la sua passione per lo spazio. Le imprese degli astronauti tornerebbero argomento di conversazione uscendo dalla routine in cui sono finite oggi. Ritroveremmo la capacità di offrire ispirazione». Nello spazio c´è una soluzione ai nostri problemi ambientali? «Ci possono essere molte risorse economiche, soprattutto minerali, sugli asteroidi. Per recuperarle basterebbero dei robot, non c´è bisogno di mandare degli uomini. Sfruttare queste risorse potrebbe rivoluzionare il corso della nostra storia». Ma lei cosa pensa oggi guardando la Luna? «Conosco la distanza, comprendo la meccanica, eppure mi sembra ancora un miracolo. Della Luna mi colpì la desolazione, la mancanza di vita, l´immobilità. Il suo restare sempre identica nonostante i milioni di anni».