Marco Gasperetti, CorrierEconomia 23/05/2011, 23 maggio 2011
COMPUTER. DAI DINOSAURI ALLA CORSA DEGLI ZETTABYTE
Chi azzarda similitudini antropomorfiche parla di «salto evolutivo del Dna dei computer» e, addirittura, di un «cambio di paradigma dell’inconscio dei pc» . Di certo per i computer è iniziata la svolta della velocità: i manager dei più importanti produttori di microprocessori (Intel in testa) ne sono sicuri. Decollerà, dicono, in un paio di anni.
Di che cosa si tratta? I pc saranno più stabili, sicuri, non andranno in «crash» ; e, soprattutto, quando si accenderanno avranno velocità di avvio sbalorditive. «Oggi per potere visualizzare sullo schermo la prima immagine del sistema operativo occorrono in media una trentina di secondi — dice il guru dell’informatica Mark Doran —. Tra poco il tempo si conterà su una sola mano» .
Il codice
Doran guida l’Uefi Forum (Unified extensible firmware interface), dedicato appunto all’Uefi, il prossimo «codice innato» dei computer, il Dna della macchina, il suo lato più affascinante e ignoto. Uefi sta sostituendo, con un andamento in rapida crescita, il decrepito Bios (Basic input output system) che da oltre trent’anni governa i pc. Non l’avete mai visto? È semplice, basta premere una combinazione di tasti durante l’avvio per averlo di fronte.
Non ha proprio l’aspetto complicato e affascinante dell’elica del Dna animale; è una schermata, solitamente di colore grigio-azzurro, disegnata per riconoscere le interfacce necessarie per l’avvio del sistema operativo.
Nonostante i progressi tecnologici dei computer e dei microprocessori, il Bios è rimasto quasi simile alla prima versione, quella che all’inizio degli anni Ottanta fece partire i primi pc. Insomma, la legge di Gordon Moore (il fondatore di Intel) con la quale, seguendo una filosofia darwiniana, si stabilisce il raddoppio della potenza dei chip ogni 18 mesi, non ha neppure sfiorato il vecchio Bios.
Il numero dei transistor di un microprocessore è passato dai 2.250 del 1971 a ai 2,3 miliardi del 2010. E la memoria dai kilobyte degli anni Ottanta ai giga e ai terabyte attuali.
Ma se nel vecchio Dna dei computer c’è poco Darwin, è forte la presenza di Thomas Kuhn, l’epistemologo americano che, anziché l’evoluzione costante, preconizzava il salto di paradigma, un balzo in avanti nell’evoluzione. L’Uefi, il nuovo Bios, è proprio un salto nel futuro. Lo ha capito Apple che ha attrezzato già i suoi computer con il nuovo e futuro standard. I vantaggi? L’Uefi integra i driver (software che comandano le varie componenti hardware) senza bisogno di caricarli a ogni avvio e poi, a differenza del Bios che lavora a 16 bit, ha una velocità di 64 bit: gestisce al meglio l’architettura di un moderno computer.
La memoria
Concretamente, significa una velocità di avvio anche dieci volte superiore a quella attuale, massima stabilità e la possibilità di inserire nella memoria programmi di sicurezza. Quali? Il controllo di software maligni come virus e spyware, ancora prima di avviare il sistema operativo. Un’operazione che può aumentare sensibilmente la sicurezza.
I nuovi computer saranno capaci inoltre di gestire grandi dischi di memoria. Oggi è limitata a 2 terabyte, ma con le nuove schede Uefi si proietta verso numeri da fantascienza: 9 zettabyte, più di 9 miliardi di terabyte, 9 triliardi di byte. Un’esagerazione? Probabilmente no, meglio evitare i giudizi affrettati. In molti ricordano la gaffe di Bill Gates che dichiarò di ritenere sufficienti i miseri 640 kbyte del pc. Oggi le memorie interne superano abbondantemente i 4 gigabyte.
Vincenzo Ambriola, ordinario di Informatica all’Università di Pisa, parla di una nuova «stirpe» di computer. «I dinosauri, cioè i pc di oggi, si stanno rapidamente estinguendo — dice — e stiamo assistendo a una nuova evoluzione di macchine.
Per la prima volta, daranno vantaggi contemporaneamente a scienziati e quotidiani utilizzatori. Potranno utilizzare grandi quantità di memoria e saranno anche più facili e veloci da utilizzare» .
Secondo Intel, che al nuovo Bios sta lavorando da 11 anni, l’Uefi può essere considerato un micro sistema operativo innato nella memoria del pc. «Capace di sfruttare al massimo l’evoluzione hardware delle macchine — dice Andrea Toigo, ingegnere di Intel Italia —. I sistemi operativi dovranno però adeguarsi molto velocemente per non restare indietro» . Una scommessa anche questa da vincere per avere il miglior computer possibile.
Marco Gasperetti