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 2011  maggio 22 Domenica calendario

SULLA STRADA NESSUNO È DAVVERO SOLO

«Uomo comune» traduce l’espressione inglese Man Of The Street più esattamente che non «uomo della strada». Quest’ultimo lo immaginiamo, per darne una definizione sbrigativa, mentre cammina solo per i fatti suoi, in soprabito grigio e bastone da passeggio, ovvero senza bastone ma con un giornale, una borsa, un ombrello, un altro oggetto qualunque che completi la sua individualità stradale, chiudendolo in un cerchio, difendendolo, mantenendone infine la personalità contro i molti altri uomini e donne che stanno o si muovono, anch’essi entro i propri confini, sullo stesso marciapiede o sull’opposto.

Ma questa strada dell’«uomo della strada», popolata di individui umani così puntualizzati, di «persone» dunque; una strada di questo genere non s’è mai vista da noi. Qui, per ogni uomo o donna che vadano soli, e come soli si comportino – camminino, leggano i manifesti, guardino le vetrine, prendano il tram, vivano, insomma, nella strada – ne incontreremo dieci, o molti di più, che «vanno insieme»: sarà la coppia di innamorati o di carabinieri, la famiglia domenicale, la «comitiva» di giovanottelli, gli stuoli delle serve e degli scolari, le teorie dei seminaristi, la processione, il corteo politico, i dimostranti. L’uomo solo, nelle strade italiane, resta una rarità, finisce per esser guardato con diffidenza e timore.

Ond’è che l’uomo comune italiano, il cosiddetto «uomo della strada», è più vero se immaginato in casa, in camicia nell’atto di farsi la barba, o tutt’al più per le scale, sul portone dello stabile discutendo col portiere di rubinetti o chiavi. Fuori del portone, ogni individualità occasionalmente conferitagli dai suoi oggetti (la sua casa, il suo portiere, il suo spazzolino da denti) scompare. Né la sua borsa, o bastone, o quant’altri oggetti possa aver seco, basteranno a impedire ch’egli venga assorbito dalla «comunità», che cessi di esistere come uomo in una strada dove non vi sono uomini, ma gruppi e folle d’uomini.

Di qui la sua tendenza a farsi accompagnare, a «fare un pezzo insieme», a correre dal parente, dal conoscente, dall’amica, dall’amico, dal nemico, pur di non restar solo, di non dover fare la strada da solo. Di qui anche, probabilmente, la sua paura di mandare la moglie, la figlia, il figlio, "soli". Paura che altri gruppi li assorbano sottraendoli alla casa, ai parenti, ai conoscenti, ai gruppi da lui stesso fondati o controllati (onde può solo uscire la figlia che dimostri di andare «con zia», o con la signora Concetta). Paura anche, e maggiore, che qualcosa in essi possa muoversi, un ingranaggio spostarsi, perdersi il senso e il retto sentiero, e che d’un tratto essi si risveglino individui, «uomini della strada» su una strada deserta d’uomini, come sonnambuli su un cornicione. Non per niente la strada, in molti idiotismi italiani, è simbolo di perdizione. In questo senso, l’espressione nostra che più esattamente corrisponde a Man Of The Street è «donna di strada».
(Democrazia internazionale, 11 gennaio 1945)