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 2011  maggio 23 Lunedì calendario

POLTRONE ETERNE IN CAMERA (DI COMMERCIO)

Da mesi il governo è alle prese con le norme attuative della riforma delle Camere di commercio approvata ormai più di un anno fa. Nei futuri consigli saranno maggiormente presenti i sindacati e anche alcune categorie professionali finora non adeguatamente rappresentate. E fin qui niente di strano. Ma nelle pieghe del testo del decreto un’abile manina è riuscita a infilare un passaggio che potrebbe perfino raddoppiare la durata in carica dei presidenti. In che modo? Semplicemente confermando che per loro continuano a valere le regole introdotte negli anni Novanta con la precedente riforma, che offre la possibilità di avere due soli rinnovi di cinque anni. Ma siccome la disposizione viene introdotta in un nuovo decreto, è come se fosse nuova anch’essa. Chi è già al suo terzo e ultimo mandato potrebbe dunque ricominciare daccapo, facendo altri due giri. Naturale interrogarsi sui possibili beneficiari. Per esempio Vico Valassi, classe 1937, il quale è ai vertici di una Camera di commercio (prima Como, ora Lecco) dal lontano 1993. E’ stato rinnovato nel giugno del 2010 e scadrà quindi nel 2015. Potrebbe restare però presidente, almeno in teoria, fino al 2025. Analoga opportunità verrebbe off e r t a a i presidenti della Camera D i B r e s c i a , F r a n c e -sco Bettoni, di Genova, Paolo Odone, di Trieste, Antonio Paoletti. Nonché al presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, dal 1997 al timone della prestigiosa Camera di Milano. Il suo terzo mandato si esaurisce l’anno prossimo, ma ripartendo da zero avrebbe la possibilità di congedarsi nel 2022. Il presidente dell’Unioncamere Ferruccio Dardanello non sembra invece propenso a conservare l’incarico di presidente della Camera di commercio di Cuneo oltre la scadenza del 2013 anche potendo rimanere fino al 2023. Naturalmente, sempre nel caso in cui il nuovo decreto contemplasse questa specie di assurdo meccanismo da gioco dell’oca. Diciamo la verità: in un Paese dove lo sport nazionale è restare più a lungo attaccati alla poltrona sarebbe davvero un pessimo segnale. Per questo non vogliamo crederci.