Giulia Cerasoli, Chi, n. 21, 25/05/2011, pp. 77-82, 25 maggio 2011
Renato Schifani, nei weekend, torna spesso a casa sua, a Palermo, dove abitano sua moglie e i suoi figli, Roberto, avvocato (sposato con Antonella e papà di Clara), e Andrea, laureando in legge
Renato Schifani, nei weekend, torna spesso a casa sua, a Palermo, dove abitano sua moglie e i suoi figli, Roberto, avvocato (sposato con Antonella e papà di Clara), e Andrea, laureando in legge. «Faccio una vita del tutto normale e riservata. […] Abito vicino al centro, esco spesso in abbigliamento sportivo, vedo gli amici di sempre, spesso ex compagni di liceo. Non frequento salotti né circoli esclusivi. Solo il Telimar, che è sul mare. […] Domenica pomeriggio al cinema e la sera in pizzeria con qualche amico». *** Sogna «una crociera in Alaska». *** Appassionato di pesca subacquea, ha iniziato «a 12 anni, a Scopello. Prima andavo giù in apnea, poi un amico compagno di pesca, a causa di un incidente subacqueo, è morto e io ho cominciato a immergermi con le bombole». La vacanza più bella da ragazzo «a Marettimo. D’estate, io e mia moglie ci eravamo appena conosciuti, avevamo 18-19 anni. Passammo là dieci giorni, in tenda con amici, non di più. Non potevamo permettercelo. Una volta pescai una cernia di 17 chili! Eravamo spensierati e io stavo sempre in acqua». *** «Tornando molto indietro, a fine liceo, avrei desiderato fare il medico, era la mia passione occuparmi degli altri. Poi è andata diversamente e ho fatto l’avvocato. In realtà, appena laureato, fui assunto subito in banca. Ma dopo due anni lasciai quel lavoro per inseguire il mio desiderio di fare l’avvocato. Non ce la facevo proprio a stare dietro una scrivania tutto il giorno, mi mancava il contatto con la gente e abbandonai quel posto sicuro per la libera professione. […] La politica in quegli anni era lontana dal cittadino. […] Non mi sento un politico di professione. Sono un professionista prestato alla politica».