Marco Valsania, Il Sole 24 Ore 20/5/2011, 20 maggio 2011
CITI, MAXI BONUS PER IL CEO PANDIT
Citigroup premia il suo amministratore delegato per tenerlo alla guida della grande banca americana per i prossimi quattro anni. Vikram Pandit potrebbe intascare decine di milioni di dollari in cambio dell’impegno rimanere in carica, se l’istituto saprà rispettare le previsioni di performance.
La formula ideata da Citi, e depositata presso la Sec, prevede che Pandit riceva in tre tranche entro il 2015 un pacchetto di dieci milioni di dollari in azioni. A questo va aggiunto un piano di profit sharing che, se la banca rispetterà i suoi stessi obiettivi di bilancio, cioè profitti nelle attività core per 12 miliardi tra il 2011 e il 2012, varrà almeno 6,6 milioni di dollari. Pandit riceverà anche opzioni il cui valore è stimato in sei milioni di dollari. La somma fa almeno 22 milioni. Ma, secondo calcoli di Bloomberg, la componente di profit sharing davanti a risultati finanziari più brillanti potrebbe quadruplicare a 26 milioni, facendo lievitare il totale a 42 milioni.
La conferma di Pandit – e i suoi compensi - rappresentano un imprevedibile successo per il banchiere al termine di una stagione molto difficile per Citi. Salito al vertice nel 2007, per sostituire lo screditato Chuck Prince, nel giro di pochissimo tempo dovette fare i conti con una banca entrata nel novero delle grandi vittime della crisi finanziaria e della recessione. Tra le più esposte sui mutui e i derivati legati al mercato immobiliare, la celebre firma della finanza americana accumulò perdite per 29 miliardi nel corso dei primi due anni della sua gestione. E divenne uno dei simboli dei grandi e controversi salvataggi di firma dell’alta finanza a carico del contribuente: Washington iniettò 45 miliardi di dollari di capitali pubblici e offrì garanzie per centinaia di miliardi per sostenerla durante il risanamento.
Riportare la banca in salute non è stato facile per Pandit. Con il Tesoro diventato grande azionista dell’istituto, in cambio degli aiuti, fu sottoposto a stretti esami. Il governo è a lungo apparso poco convinto della sua leadership: le voci su una sua cacciata si sono susseguite durante la crisi.
Dai giorni neri, però, il 54enne Pandit è riuscito a riscattarsi. La ristrutturazione di Citi ha prodotto ormai cinque trimestri consecutivi in attivo, per un utile cumulativo pari a 13,6 miliardi. Il governo ha ormai venduto la sua partecipazione e con profitto: per l’esattezza 12 miliardi di plusvalenza. Le sfide non sono finite: il titolo in Borsa resta in calo dell’88% dalla fine del 2007 e dall’inizio di quest’anno ha perso il 13 per cento. Ma il board di Citi è convinto della strada intrapresa da Pandit. «Vikram ha compiuto un lavoro straordinario dall’inizio della crisi in avanti», ha detto Richard Parsons, presidente dell’istituto.
Pandit non è neppure nuovo a generosi compensi. Per assicurarsi il suo arrivo a Citi, la banca a suo tempo rilevò l’hedge fund che aveva fondato, Old Lane Partners. Da quell’operazione Pandit ricevette 165 milioni di dollari. L’anno magro per lui è stato il 2010: si autoridusse lo stipendio a un dollaro.