Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore 20/5/2011, 20 maggio 2011
PASSA AI CINESI IL PRIMATO DEGLI INVESTIMENTI IN ORO
La Cina è diventata il maggiore mercato al mondo per gli investimenti in oro fisico, con acquisti più che raddoppiati nel primo trimestre a 90,9 tonnellate. A svelare il primato è il World Gold Council.
Il rapporto trimestrale Gold Demand Trends, diffuso ieri, certifica inoltre una tendenza di cui si avvertivano ripetuti segnali nei mesi scorsi: l’interesse degli investitori per gli Etf sull’oro sembra essersi raffreddato, a favore di scelte molto più tradizionali e concrete: la domanda di lingotti e monete, già in crescita nel 2010, all’inizio di quest’anno è letteralmente esplosa, arrivando a 366,4 tonnellate, contro le 125,5 del primo trimestre 2010. Nello stesso periodo gli Etf sull’oro – prodotto relativamente recenti (il primo risale al 2004), di cui le società emittenti pubblicizzano soprattutto il vantaggio di non doversi preoccupare della custodia fisica del metallo – hanno avuto flussi di investimento negativi per 55,9 tonnellate. Una batosta di cui si aveva il sentore, soprattutto dopo che le comunicazioni alla Sec avevano rivelato forti liquidazioni da parte degli hedge funds, a cominciare da quelli del finanziere George Soros (si veda Il Sole 24 Ore del 18 maggio).
L’Spdr Gold Trust e gli altri Etf minori custodiscono tuttora nei loro caveau oltre 2mila tonnellate di oro: una quantità immensa, superata soltanto dalle riserve del Fondo monetario internazionale e di quattro Banche centrali (Usa, Germania, Italia e Francia). Ma forse gli investitori stanno acquistando consapevolezza riguardao al costo di questi strumenti finanziari, oppure – ipotesi più inquietante – cominciano ad essere in allerta riguardo alla possibilità di un rischio sistemico sui mercati finanziari.
Al boom dell’oro in forma fisica contribuisce comunque anche il ruolo crescente degli investitori cinesi, che non hanno accesso agli Etf (se non attraverso fondi di fondi, che comunque non sono alla portata dei piccoli risparmiatori). Al contrario, acquistare lingotti sta diventando sempre più facile in Cina, con la progressiva liberalizzazione dell’import di oro avviata nell’agosto 2010. Pechino ha adottato un regime «molto liberale», secondo Albert Cheng, managing director del Wgc per il Far East. «L’anno scorso non ha praticamente imposto alcuna restrizione all’import. La Banca centrale ha autorizzato quasi tutte le richieste che le sono arrivate dagli istituti di credito».
I risparmiatori cinesi, intimoriti dall’inflazione crescente, non si sono tirati indietro. Oltre a lingotti e monete hanno comprato a piene mani anche gioielli in oro: gli acquisti sono saliti a un record di 142,9 tonn. (+21% annuo), fornendo un’ulteriore spinta alla crescita della domanda mondiale di oro. Nel trimestre questa si è attestata a 981,3 tonn (+11%), a fronte di un’offerta di 872,2 tonn (-4,4 per cento).