Paolo Conti, Corriere della Sera 20/05/2011, 20 maggio 2011
BRINDISI DI NOTTE CON IL PREMIER. POI IL NO. AL CRITICO UN MILIONE — «Sì
sono andato a festeggiare da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, quindi nella sua abitazione privata... Sono andato a casa dell’amico, per me è la normalità e non un’anomalia andare da un amico...» . Ieri mattina, ore 12, sala ex Capranichetta a piazza Montecitorio. Vittorio Sgarbi arriva con la tradizionale ora di ritardo rispetto alla convocazione dei giornalisti ma ammette subito non solo le sue responsabilità («tutta colpa mia se è andata male...» ) ma anche di essere andato a casa di Berlusconi a notte alta, per festeggiare la trasmissione: «Mi ha dato qualche parere tecnico, per esempio mi ha detto che avrebbe "stretto"in alcuni punti. Ma nemmeno lui, eppure è un uomo di prodotto televisivo, aveva previsto un risultato del genere» . La festa dev’essere andata avanti a lungo, mercoledì sera. Ammissione di Sgarbi: «Ho riflettuto fino alle 7 del mattino» . Calcolando che lo storico dell’arte-conduttore ha lasciato gli stabilimenti De Paolis sulla via Tiburtina non prima della mezzanotte e mezza, il gruppo di lavoro di «Ci tocca anche Sgarbi» deve aver raggiunto Palazzo Grazioli intorno all’una. Poi, tre ore dopo le 7, il risveglio amaro con i dati che quasi mai Raiuno ha raggiunto, l’ 8.27%di share: «Poteva essere un matrimonio e invece è stato un funerale…» . Proprio alle 10, a viale Mazzini, si riunisce immediatamente un «comitato d’emergenza» presieduto dal direttore generale Lorenza Lei e composto dal vicedirettore generale per il Palinsesto Antonio Marano e dal direttore di Raiuno, Mauro Mazza. Che di questo progetto Sgarbi ha sempre saputo pochissimo. Al punto da aver dichiarato, in un consiglio di amministrazione di tre settimane fa, rispondendo a una precisa domanda di alcuni consiglieri non di area di centrodestra: «Del programma non so niente, tutto è sul tavolo del direttore generale Mauro Masi» . Comunque, Lorenza Lei ha le idee chiarissime e non ha alcuna esitazione sul da farsi: sospendere. Un altro dato del genere e Raiuno rischia un tracollo memorabile e gravissimo sulla media mensile. Tocca a Mazza telefonare a Sgarbi: «Converrai con me che, con questi ascolti, è meglio sospendere» . Risposta di Sgarbi: «Indubbiamente concordo» . E adesso si apre una partita complessa, quella della resa dei conti nel senso più letterale del termine. Aria pesante, ieri in Consiglio di amministrazione. Nino Rizzo Nervo, consigliere in quota Pd, chiede a Lorenza Lei (che non trova nulla in contrario) di avere un computo preciso delle spese legate alla trasmissione. Anche il consigliere di centrodestra Alessio Gorla chiede se sia vero o no che gli studi allestiti e fissati per le due del pomeriggio per le prove nei giorni scorsi siano stati poi usati da Sgarbi solo dalle 20 in poi, con notevole aggravio di straordinari del personale tecnico perché si andava avanti fino a notte. Nel caso, fa capire Gorla, si può chiedere ragione della spesa alla produzione. Ma torniamo alle cifre. Sgarbi avrebbe un contratto personale garantito da un milione di euro, comprensivo di altre apparizioni sulle reti Rai e di una sanatoria per le sue partecipazioni passate svolte a titolo gratuito (c’era un contenzioso legale). Le puntate costavano da preventivo ciascuna circa tra 1 milione e 200 mila euro e 1 milione e 300 mila euro. Il budget stanziato per cinque puntate, nel complesso, era dunque di 7-7.5 milioni di euro, inclusi i 700 mila euro per la scenografia. Sgarbi dovrebbe ricevere il milione comunque perché tecnicamente «garantito» . In quanto al resto del budget (integrato personalmente dall’ex direttore Mauro Masi a Raiuno che non aveva fondi sufficienti per un progetto non previsto) si vedrà come contenere le perdite. Ma proprio Rizzo Nervo chiede se sia vero che Masi non avrebbe rispettato le procedure aziendali (richiesta da parte della rete di avere «quel» programma, firma della direzione Pianificazione e controllo, affidata proprio a Lorenza Lei fino a pochi giorni fa, firme sulle schede del progetto). Di fatti potrebbe risultare un accordo quasi «personale» tra Masi e Sgarbi, scavalcando molti passaggi aziendali. Rizzo Nervo immagina, in questo caso, una possibile richiesta di danni all’ex direttore generale. Ma sono per ora ipotesi. E si chiude ora un duello cominciato mesi fa quando il progetto Sgarbi non approdò mai in Consiglio perché la cifra era stata suddivisa in diversi «pacchetti» proprio per non far arrivare il capitolo di spesa in Consiglio. Secondo l’attuale regolamento Rai, il Consiglio deve dire la sua sui contratti superiori ai 2 milioni e mezzo di euro. Qui era stato tutto suddiviso in diversi capitoli di spesa: il milione a Sgarbi, gli accordi con gli stabilimenti De Paolis, quelli col produttore esterno Bibi Ballandi... Una cosa comunque è certa: la Sipra dovrà risarcire gli inserzionisti di pubblicità che hanno comprato spazi per 1 milione 600 mila euro. Con ascolti così vertiginosamente bassi per una prima serata di Raiuno, dovranno avere spazi compensativi.
Paolo Conti