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 2011  maggio 20 Venerdì calendario

CASE IPOTECATE, AUTO E CONTI BLOCCATI ECCO LA FACCIA FEROCE DEGLI ESATTORI

Per gli evasori nessuna pietà. D´accordo. Ma il complicato meccanismo che permette allo Stato di riscuotere i propri crediti nei confronti dei contribuenti morosi rischia di andare in cortocircuito. Creando malcontento, provocando manifestazioni di protesta come quella recente di Cagliari, riaprendo i termini della rivolta fiscale dei primi Anni Novanta.
Stavolta non sono le aliquote in discussione, né la farraginosità degli adempimenti fiscali, né le clausole e le decine di pagine della dichiarazione dei redditi. Stavolta è lo Stato esattore pronto al pignoramento, al sequestro dell´automobile, alla linea dura sugli interessi in caso di mora. Non è solo un´impressione: nei cinque anni, tra il 2005 e il 2010, il gettito della riscossione coattiva, calcolato dalla Cgia di Mestre, è aumentato del 133,5 per cento.
A far saltare i nervi ai contribuenti - con l´aggravante della crisi economica - sono i sistemi che la legge ha messo in mano a Equitalia, l´agenzia statale nata dal 2006. La stessa nascita dell´agenzia ha provocato un cambiamento culturale: le banche, che in passato si occupavano della riscossione delle tasse, di fronte ad un cliente insolvente si preoccupavano prima dei propri crediti e poi di quelli dell´erario. Oggi Equitalia ha una sola missione: recuperare i crediti dello Stato. E lo fa con una certa aggressività.
L´automobile è una delle prede preferite degli esattori del fisco: le cosiddette ganasce fiscali, ovvero il fermo amministrativo di un veicolo, hanno fatto registrare un vero e proprio boom. Una modalità particolarmente irritante: Equitalia blocca la circolazione dell´auto presso il pubblico registro automobilistico, decade l´assicurazione Rc auto e chi utilizza il mezzo rischia una multa di oltre 2.000 euro. Ma è soprattutto l´uso disinvolto delle ganasce sotto accusa: spesso scattano per cifre irrisorie lasciando il contribuente a piedi.
L´altro punto dolente è l´ipoteca che Equitalia fa scattare senza indugi sugli immobili dei contribuenti insolventi. Questa norma introdotta dal governo di centrodestra nel decretone del luglio del 2008 non risparmia nessuno: un incubo vedersi la casa ipotecata per un debito che supera gli 8.000 euro, trovarsi nell´elenco dei cattivi clienti delle banche e sentirsi telefonare dal direttore della filiale. Tanto più che queste misure, come quella del pignoramento dei conti correnti e del blocco dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, arrivano da un momento all´altro, senza nessun preavviso.
Certo si tratta di evasori o comunque di gente che non ha potuto pagare. Ma il disagio c´è. Tant´è che il Pd prepara emendamenti al decreto sviluppo a tutela delle piccole e medie aziende che rischiano la chiusura per i debiti con Equitalia: allungamento da 72 a 120 del numero delle rate, impignorabilità della prima casa e divieto del fermo amministrativo del veicolo con cui si va al lavoro.
Chi entra nel tunnel di un debito con il fisco rischia grosso anche se è disposto a restituire il dovuto all´erario: fino al raddoppio della cifra iniziale. Per aver omesso di pagare, dopo aver denunciato regolarmente i propri redditi nel modello Unico, scatta una cifra pari all´imposta, più le sanzioni del 30 per cento, oltre agli interessi legali e l´aggio di Equitalia (recentemente portato al 9 per cento). Si può saldare in comode rate mensili, ma attenzione, come ha denunciato lo stesso ministro Tremonti si cade sotto le forche caudine dell´anatocismo (fino ad oggi prerogativa delle banche), cioè si pagano gli interessi sugli interessi.
Da qualche tempo la visita della Finanza vuol dire automaticamente mettere mano al portafoglio. Con l´accertamento esecutivo, un provvedimento che risale al luglio dello scorso anno, chi è accertato fiscalmente deve pagare subito il 100 per cento, più imposte e sanzioni. Nulla conta che lo si ritenga ingiusto e che si ricorra al giudice tributario. Intanto paga, poi vediamo. Un profilo poco garantista che ha indotto lo stesso governo a correggere la rotta e a sospendere il pagamento in attesa della decisione del giudice per 120 giorni. Peccato che il pronunciamento non arrivi mai entro questi termini.