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 2011  maggio 20 Venerdì calendario

HO PERSO, È TUTTA COLPA MIA PARLARE DI CULTURA NON PAGA" - ROMA

Parla saluta telefona mangia un gelato firma autografi legge «le mille e-mail», boom, che gli sono arrivate: «Gliele leggo? Grazie Sgarbi». Grazie di che? «Di aver portato la cultura in tv, e poi sia chiaro: il mio programma è morto, io no». Vittorio Sgarbi ha battuto un record: debutto e stop al primo colpo. «Tutta colpa mia visto che l´autore sono io. Non credo alla congiura, il direttore generale della Rai Lorenza Lei non ha giocato contro di me, ho osato troppo. La gente preferisce il caso di Melania a Pasolini, ma io continuerò a parlare di Pasolini». Mercoledì ha parlato di tutto, di giustizia (e per un lapsus cita come mafioso l´insigne letterato Antonio Piromalli, Grand´Ufficiale della Repubblica, invece del capoclan Giuseppe Piromalli), del ruolo del padre. «Con mio figlio ero al 15% di share... Forse dovevo partire da lui o dare retta a Lucio Presta che diceva: vai in seconda serata o su RaiDue. Ma Guardì era entusiasta e anche Masi. Non capisco».
Sgarbi, c´è poco da capire: è un flop.
«Non me l´aspettavo, pensavo di fare il 20% di share, mi sarei accontentato del 15%. Ma l´8%... Non ci credevo. Prendo atto della decisione della Rai di sospendere il programma ma non mi pento e non mi piego».
Voleva fare l´anti-Saviano: si sarà chiesto perché Saviano ha avuto 9 milioni di spettatori e lei 2.
«Perché c´era Fazio. Scherzo, che ne so. Me lo chiedo. Lui parla della mafia, io difendo la bellezza».
Il suo programma è costato uno sproposito.
«Tutti a parlare dei costi, ma non mi risulta che critichino i teatri quando pagano Muti o Maazel».
Che c´entra? In tv c´era lei senza il programma.
«Ma io sono meglio di Muti. In tv seguo i miei pensieri, se mi dicono di tagliare li mando a quel paese. Se devo sottostare ai gusti del pubblico, allora... A scuola se dai retta agli studenti non vogliono parlare di Parini ma di Jovanotti. Lo spettatore è lo studente, stabilire il tema è la sfida».
Dopo la puntata ha brindato con Berlusconi.
«E allora? È un mio amico ed è un uomo di televisione. Mi ha ringraziato, sono l´unico che non parla della sua vita in tv. Siamo d´accordo: ognuno fa sesso con chi gli pare».
Complimenti. E l´uomo di televisione che le ha detto?
«Che il regista era bravo e Morgan aveva un pessimo audio».
Sui tempi e sul delirio autoreferenziale neanche una parola?
«Ero autoreferenziale ma le figure di Cossiga e Giovanni Paolo I sono comprensibili a tutti, no? Non hanno voluto che parlassi di Dio. I miei contenuti non sono né di destra né di sinistra. Forse è andata male perché non ho parlato di Berlusconi».
Ha usato la tv per parlare del caso Salemi.
«Non era in scaletta, ma se ti danno del mafioso, come hanno fatto il suo giornale e Il fatto, devo stare zitto? Non ho usato la Rai per difendermi, ho detto che la mafia a Salemi non c´è... Quella parte era un po´ lunga anche se mia sorella Elisabetta, severissima, mi ha detto che era forte».
Spera di andare in onda in seconda serata?
«Non cambierei, non voglio parlare di delitti né di Strauss-Kahn. Sono come la terza pagina dei giornali di una volta, quella della cultura, che oggi è finita in fondo. Ci sarà una ragione».