f.i., il venerdì 20/5/2011, 20 maggio 2011
PER GLI ARRESTI DOMICILIARI BRACCIALI COSTOSISSIMI
Undici milioni di euro all’anno.
Costa caro al Viminale controllare
a distanza i (pochi) detenuti
che hanno ottenuto gli arresti
domiciliari e sono sorvegliati
tramite braccialetti elettronici.
Per la fornitura degli strumenti
necessari a mettere in funzione
i braccialetti, è stato stipulato con
Telecom Italia un contratto da 11
milioni di euro l’anno per la
durata di dieci anni. Ma a tutt’oggi
i dispositivi in funzione sono
soltanto dieci, con una evidente
sproporzione tra costi e benefici.
A denunciarlo è «Il carcere
possibile», associazione
napoletana che si occupa
dei diritti dei detenuti in carcere e
il cui presidente, l’avvocato
Riccardo Polidoro, ha inviato
un esposto alla Corte dei Conti.
Polidoro ha anche chiesto
alle Camere penali di segnalare
i provvedimenti con cui
i magistrati respingono
le richieste di arresti domiciliari
con braccialetto elettronico. (f.i.)