Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 20 Venerdì calendario

MEZZO CHILO DI PASTA PER SETTE CHILI DI CARTA

La nuova frontiera del riciclo è il baratto.
Due chili di alluminio possono essere dati
in permuta per cento grammi di fave, sette chili
di carta per mezzo chilo di pasta, undici chili
di plastica per tre di pomodori pelati. Un baratto
in piena regola, per il quale non circola in alcun
modo denaro. È l’idea dell’Ecopunto siciliano,
un negozio nel quale si scambiano alluminio,
carta, ferro, vetro e plastica con generi di prima
necessità tra cui riso, conserve, condimenti pronti,
zucchero, caramelle o sapone liquido.
Poi l’azienda, grazie a un accordo con il Comune,
smaltisce i rifiuti guadagnando dai duecento ai
quattrocento euro per ogni tonnellata. In Sicilia
sono già tre gli Ecopunto aperti: a Niscemi,
Barcellona Pozzo di Gotto e Terrasini. A breve,
ne saranno aperti anche uno a Cinisi
e a Sant’Agata di Militello. Sostiene il progetto
il network ecologista LiberAmbiente.
E il meccanismo del baratto sembra proprio
funzionare, tanto che, nell’Ecopunto di Barcellona
Pozzo di Gotto, solo nel mese di febbraio sono
state superate le 50 tonnellate di rifiuti barattati.