Enrico Currò, la Repubblica 19/5/2011, 19 maggio 2011
VI RACCONTO UN ANNO MAGICO E ARRIVERÀ UN ALTRO FENOMENO"
Allegri, lunedì sera ad Arcore ha consolato Berlusconi per le amministrative?
«No, mi ha consolato lui».
Col famoso regalo?
«Il regalo ci sarà, dopo le discussioni sui contratti in scadenza».
Trequartista, mezzala o tutti e due?
«Il regalo grosso sarà uno».
L´estate scorsa arrivò Ibra.
«Oggi è un altro anniversario: quello della telefonata di Galliani: "Berlusconi la vuole conoscere". Il 22 maggio ero ad Arcore».
Senza Emilio Fede?
«Senza. Il presidente, Galliani ed io, allenatore con due soli campionati di serie A a Cagliari. In tivù c´era la finale di Champions dell´Inter, ma non la guardammo».
Nemmeno una sbirciatina?
«Prima una visita al giardino della villa, spettacolare. Poi la cena. Mi mise subito a mio agio. E mi spiegò che cos´era il Milan».
Parole esatte?
«Una società che richiede un certo comportamento, in campo e fuori. Quando si va in giro per il mondo, si rappresenta il club più titolato al mondo e il presidente del consiglio. Poi mi disse che lui ama il bel gioco, ma che gli piace anche vincere. Lasciai Arcore con la sensazione di un´opportunità enorme, nell´ambiente ideale per coglierla».
Fu la vecchia guardia a chiedere a Galliani un allenatore giovane ma già formato.
«Lo so. E so quanto mi abbia aiutato, sotto l´aspetto tecnico e nello spogliatoio. Di Milan ce n´è uno: uno tra i 5 grandi club del mondo. Se ti lasci sfuggire l´occasione, non ti ricapita. Io sono rimasto me stesso: ho dato coerenza e rispetto. Però ho ricevuto altrettanto. Qui c´è cultura del lavoro, dai tempi di Sacchi».
Infatti Ronaldinho non gradiva.
«Credo che avesse semplicemente voglia di tornare in Brasile. Nel calcio non c´è niente da inventare. Abbiamo lavorato il giusto. Quest´estate faremo ancora meglio la preparazione: abbiamo più tempo e la squadra non è più in costruzione».
Però la rosa verrà sforbiciata.
«Ho impiegato 32 giocatori: senza infortuni non sarebbero arrivati Van Bommel ed Emanuelson. Ne voglio al massimo 24: la cosa più spiacevole, nelle ultime due settimane, è stata dovere tenere 8-9 persone ai margini degli allenamenti».
La più difficile è stato passare dai Fantastici Quattro di Berlusconi ai mediani, al trequartista-incursore e al fantasista decentrato.
«Il presidente ha tutto l´interesse che la squadra vinca. Era impensabile giocare con 4 davanti. Non ho inventato un bel niente: mi sono ispirato alla mezzala sinistra, il vecchio numero 10 alla Rivera, che come giocatore era un po´ più bravo di me».
Si è ispirato anche al "primo: non prenderle".
«Casomai alla constatazione che la squadra che vince il campionato è quella che prende meno gol. Si difende e si attacca in gruppo. Se si difende bene, si attacca bene. Se si attacca male, si difende male».
Unica critica: la partita in casa col Tottenham, con Thiago Silva regista, e la mancanza di esperienza internazionale.
«E se Yepes avesse fatto gol? Era il mio primo anno in Champions. Il prossimo avrò più esperienza».
Perché 12 nuovi arrivi?
«Strategia condivisa con Galliani: ci capiamo al volo».
La rivoluzione prosegue: via Pirlo, un pezzo di storia.
«Non è questione di rivoluzione. Le scelte a volte sono impopolari e dipendono dalle esigenze dell´allenatore, della società e del calciatore. Pirlo resterà nella storia del Milan. E ha ancora tanto da dare».
Lei è il tagliatore di teste del centrocampo storico Gattuso-Pirlo-Ambrosini-Seedorf?
«Centrocampo di fenomeni. Se è in discussione, è perché sono in discussione i contratti in scadenza. Io non taglio teste: prima o poi il momento degli addii arriva, è una legge della vita. Questo non vuol dire dimenticare chi va via».
Seedorf chiede garanzie tecniche.
«Ha giocato 28 partite in campionato: sono poche?».
Inzaghi?
«L´infortunio lo ha fermato sul più bello. Ha grande volontà, nessun problema».
Gattuso in partenza per la Russia?
«Rino non lo vuole nessuno».
Cassano che gioca poco e rischia di perdere la Nazionale?
«Non la perde. Qui c´è concorrenza, ma gli consiglierei di restare».
Thiago Silva fino al 2016 è l´investitura del leader o il simbolo dello svecchiamento?
«Ci sono molti giocatori intorno ai 25-26 anni. E Thiago ha le qualità morali per diventare un leader».
La priorità del nuovo Milan?
«Un centrocampista di qualità».
Un vice-Ibra tipo Klose?
«Klose è una delle tante voci. Per il momento 4 punte bastano. È chiaro che il mercato finisce il 31 agosto».
Pastore, Ganso, Fabregas, Lamela, Constant, Asamoah, Lazzari: tutte voci?
Tutti giovani.E tutti bravi».
Scopriamo le carte: Hamsik o Montolivo?
«Mi piacciono, sono due ottimi giocatori».
Il capitano Ambrosini: "Di Balotelli non c´è bisogno".
«Con 4 attaccanti no, è questione di numeri».
Sempre Ambrosini: "Compriamo un giardiniere".
«Il problema del campo è annoso, speriamo che migliori».
Non che la distanza dal Barcellona diminuisca?
«Non siamo così lontani: vorrei rigiocare gli ottavi di Champions con la rosa al completo».
Il nuovo obiettivo è almeno la semifinale.
«Credo che sia nostro dovere. Come provare a rivincere lo scudetto».
Il suo nuovo contratto arriverà prima del pellegrinaggio alla Madonna di Montenero con Galliani?
«Per ora è fino al 2012, ma il pellegrinaggio non c´entra: quello è un ex voto».
Dopo un primo turno vincente, il secondo anno è il vero scoglio di ogni allenatore del Milan: non si sente al ballottaggio?
«No, perché in questo club ci sono tutti i presupposti per rivincere».