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 2011  maggio 18 Mercoledì calendario

«Dopo l’assalto mia sorella mi chiamò in lacrime» «Mia sorella è solo una vittima. Rapporto consensuale? Impossibile»

«Dopo l’assalto mia sorella mi chiamò in lacrime» «Mia sorella è solo una vittima. Rapporto consensuale? Impossibile» . Parla il fratello della cameriera che ha denunciato di essere stata aggredita da Dominique Strauss-Kahn all’Hotel Sofitel di New York. In un’intervista al Mail Online, l’uomo, manager 43enne di un ristorante di Harlem, ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dalla sorella circa un’ora dopo la presunta aggressione. «Continuava a piangere. Mi ha detto: mi hanno fatto qualcosa di molto brutto, sono stata assalita» . La donna, immigrata 32enne e madre single, ha raccontato di essere stata bloccata nella suite e stuprata dal direttore del Fondo monetario internazionale. La difesa, affidata all’avvocato Benjamin Brafman, cercherà di dimostrare che il rapporto è stato consensuale: «Crediamo che gli elementi raccolti— ha dichiarato Brafman— risulteranno incompatibili con la linea del rapporto forzato» . E fonti vicine al pool di difesa precisano: «Potrebbe esserci stato consenso» . Per il fratello, del quale non è stata resa nota l’identità, «questa gente può dire ciò che vuole, ma tutto questo non è vero. Mia sorella non è quel tipo di persona. Hanno parlato di complotto, lei non sarebbe mai capace di una cosa del genere. È una grande lavoratrice, venuta dall’Africa occidentale solo per lavorare, una buona musulmana» . La donna, originaria della Guinea, vive nel Bronx e presta servizio al Sofitel da circa tre anni. L’uomo ha raccontato di aver immediatamente raccomandato alla sorella di non parlare con nessuno finché non avessero trovato un avvocato. «Nessuna famiglia dovrebbe essere costretta ad affrontare una cosa simile. Mia sorella sta meglio ora che ha avuto la possibilità di parlare con un legale. In questo momento si trova in un posto molto sicuro nel quale resterà ancora per qualche tempo. Ho fiducia nel sistema giudiziario americano. Voglio vedere quell’uomo assicurato alla giustizia» . Alla Cnn l’avvocato della donna, Jeff Shapiro, ha dichiarato che la sua cliente «ora è costretta a vivere nascosta: non è riuscita a rientrare a casa né a tornare a lavorare. Non ha alcuna idea di cosa le succederà in futuro. La mia assistita è una donna che lavora sodo, una madre single che ha allevato da sola sua figlia. Il trauma che ha subito è straordinario» . R. E