Marika Gervasio, Il Sole 24 Ore 18/5/2011, 18 maggio 2011
LA CRISI NON FA RALLENTARE LA VOGLIA DI BELLEZZA
Consumi più consapevoli e ragionati, magari acquistando in farmacia ed erboristeria, ma ai prodotti di cosmetica, dal sapone alle creme passando per make-up e profumi non si rinuncia anche in tempi di crisi. Lo dimostrano i dati del Beauty Report/2011, condotto da Ermeneia per Unipro (l’associazione delle imprese cosmetiche), che sarà presentato oggi a Roma, sull’andamento del settore – 130mila aziende con oltre 200mila addetti e un fatturato complessivo di 8,6 miliardi – che nel 2010 ha registrato una ripresa vigorosa rispetto alla già solida tenuta messa in evidenza l’anno precedente. E le previsioni per il 2011 sono rosee anche se leggermente al di sotto delle aspettative.
Il 2010 si è chiuso con un’inversione della produzione industriale (+5,2% contro il -3,2% del 2009), dell’export (+17% contro il -11,8% del 2009), del saldo commerciale (+28,3% contro il -13,8% del 2009) e degli investimenti pubblicitari (+6,8% contro il -9,0% del 2009). Risulta positivo anche l’andamento degli ordinativi, secondo quanto afferma il 70,1% delle imprese intervistate contro il 55,9% dell’anno prima, con una ulteriore previsione di crescita per il 2011 nel 73,6% dei casi.
«Il 2011 presenta aspetti positivi e negativi – commenta Fabio Franchina, presidente di Unipro –. Stiamo pagando l’onda lunga della crisi. La farmacia e l’erboristeria stanno andando bene, mentre la profumeria e i canali professionali non sono partiti bene. Diciamo che a inizio anno ci aspettavamo qualcosa di più di come sta andando, ma siamo sui livelli dell’anno scorso. I consumi interni forse non cresceranno ancora, ma terranno nonostante tutto. Magari si ragiona di più sulla spesa, ma a prodotti essenziali come quelli per la cura della persona non si rinuncia».
Tuttavia se sul fronte del mercato interno si registra qualche ombra, le esportazioni continuano a crescere. «Certo – aggiunge Franchina – dipenderà molto da fattori esterni che possono condizionare l’andamento delle vendite all’estero, come il cambio euro-dollaro». Il Beauty Report mette in evidenza il sostanziale permanere di una a-ciclicità di fondo del settore rispetto alla crisi che, in primo luogo, aiuta la trasformazione in senso più evoluto delle imprese, considerato che il 71,4% ha continuato a investire in maniera convinta, se non addirittura più pronunciata, manifestando una evidente capacità reattiva. La crisi inoltre, non incide sostanzialmente sulle abitudini di spesa dei consumatori che mostrano una propensione anelastica nei confronti degli acquisti di prodotto cosmetici, tanto che il 62% degli italiani non ha cambiato affatto le sue abitudini «poiché alla cura, al proprio benessere e alla propria estetica non si può e non si deve rinunciare». La spesa per prodotti cosmetici si colloca, infatti, al terzo posto della graduatoria dei consumi ritenuti irrinunciabili, strettamente a ridosso delle spese per alimentazione e salute.
Ripresa vigorosa e a-ciclicità del settore non significa tuttavia che che le imprese siano tutte uguali tra loro. Ci sono imprese che hanno risentito della crisi (nel 40,3% dei casi) e imprese che non ne hanno risentito per nulla o appena un po’ (57,9%). Il 70% delle aziende presenta ordinativi, fatturato, export e investimenti in decisa crescita contro il 30% che denuncia andamenti in diminuzione o in tenuta modesta.
Il 45,7% delle imprese poi ha affrontato la crisi trasformando le proprie strategie, puntando a una vera e propria mutazione a differenza di altre che hanno puntato su adattamento, flessibilità o attesa che la crisi consumi i suoi effetti.