Mirko Molteni, ItaliaOggi 19/5/2011, 19 maggio 2011
E-COMMERCE, UN 2011 A +19%
Col sollievo degli operatori del settore, l’e-commerce italiano, pur ancora embrionale, torna finalmente a una vigorosa crescita. Dal forum organizzato ieri a Milano da Netcomm, il consorzio del commercio elettronico, emerge che nel corso del 2010 nel Paese sono stati venduti on line 6,65 miliardi di euro in beni o servizi, con un balzo del 15% rispetto all’anno precedente, quando la cifra era attestata sui 5,77 miliardi. Contando che nel 2008 si era venduto per 5,75 mld, praticamente la stessa cifra, si può dire ormai superata una pericolosa fase di stagnazione che aveva coinciso con l’esplodere della crisi globale e che poteva minare le basi, ancora fragili, che il commercio via internet ha in Italia. Il peggio sembra dunque passato e a conferma di ciò, Netcomm stima per il 2011 un’espansione ancor più marcata, con un fatturato previsto in quasi 8 miliardi di euro (7,9 per la precisione), equivalenti a un aumento del 19%.
A trainare il boom, come sempre il turismo, che da solo copre il 51% del totale 2010, ma che nell’anno in corso potrebbe scendere al 49%. Certo, non diminuiranno le prenotazioni di biglietti e alberghi da parte degli italiani, ma per la prima volta crescerà di più l’abbigliamento, vera novità degli ultimi tempi, soprattutto grazie alle vendite di abiti del sito di moda Yoox, tanto che il singolo ramo è lievitato del 48%, dai 352 milioni del 2009 ai 522 del 2010.
È pur vero che fra i Paesi più avanzati l’Italia è ancora indietro, con appena l’1% del commercio totale effettuato sul web, laddove per esempio in Francia siamo sul 3%, in Gran Bretagna sul 9% e in Usa e Giappone ben oltre il 10%. Ma a un esame più approfondito la crescita italiana dell’ultimo anno non sfigura rispetto al +17% tedesco o al +18% inglese, seppure le cifre assolute siano ovviamente diverse, con 69 miliardi per la Gran Bretagna e i 25 miliardi della Germania, questi ultimi, a detta di Netcomm, in realtà da raddoppiare a causa di una particolare tradizione tedesca di vendite individuali via e-mail, non monitorabili.
Come rileva però il presidente di Netcomm Roberto Liscia, il nostro bacino utenti italiano si fa sempre più interessante: «La nostra inchiesta rileva che su 25 milioni di utenti italiani di internet, almeno 12,5 milioni hanno fatto almeno un acquisto on line nell’ultimo anno e ben 5,4 milioni sono acquirenti abituali».
Tutto roseo? Non proprio, come spiega Federico Rampolla di Accenture: «La domanda c’è, ma è l’offerta che ancora manca in Italia. Troppe aziende, anche di grido, non si sono ancora convinte a varare un serio e-commerce. Alcune di quelle che lo hanno fatto, talvolta peccano nella cura e nella fidelizzazione del cliente. Dall’azienda di cibo per animali che spedisce al cliente scatolette per gatti, anziché per cani come richiesto, a case automobilistiche i cui siti letteralmente non funzionano. Continuano a pensare al passato e rischiano di vedersi i consumatori scappare dal cortile! Senza contare la carenza di cultura informatica negli imprenditori».