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 2011  maggio 18 Mercoledì calendario

GHEDDAFI CI ATTACCHERÀ CON MANICHINI KAMIKAZE


I francesi, come rivela il ministro della Difesa Gerard Longuet, gli hanno «annientato completamente l’aviazione»? Poco male: Muhammar Gheddafi è un vulcano di idee, e figurarsi se la logistica è un problema. L’ultima trovata del Colonnello la dice lunga su quanto il regime sia ben messo ad inventiva e quanto sia malconcio nel reparto mezzi e infrastrutture: gommoni bomba con manichini a bordo. L’idea è semplice quanto efficace: si gonfia il gommone, lo si imbottisce di tritolo, ci si mettono sopra due manichini che da lontano possano sembrare profughi in difficoltà e si aspetta che una nave di aiuti umanitari si avvicini per prestare soccorso. A quel punto si schiaccia il bottone e il gommone fa ka-boom, perpetrando la strage di crocerossine.
Il trucco è stato scoperto l’altro giorno dalla Nato: due imbarcazioni dell’alleanza in missione di supporto all’embargo delle Nazioni unite hanno notato due piccoli natanti alla deriva poco fuori dal porto di Misurata. Mentre un elicottero Nato si avvicinava, i gommoni sballonzolavano tra le onde. A bordo dei natanti, hanno spiegato gli ufficiali Nato, due manichini e una tonnellata circa di esplosivo. Che non ha preso in trappola i militari i quali, accortisi per tempo della minaccia, hanno fatto fuoco con l’artiglieria leggera e affondato le imbarcazioni.
La mossa del pupazzo esplosivo fa parte della strategia di Gheddafi – finora rivelatasi perdente – per tagliare i rifornimenti ai ribelli. Rifornimenti che arrivano via mare e che generalmente passano per il porto di Misurata. Dove, prima di ricorrere all’ultima trovata, gli uomini del raìs avevano invano provato nelle settimane scorse a piazzare delle mine galleggianti malamente camuffate da boe.
Gli americani, tuttavia, sono preparati a fronteggiare anche minacce di questo tipo. È dal 2002 che il Pentagono addestra i reparti scelti della Marina con appositi war game: lo scenario simulato è quello di un attacco ad una base navale statunitense portato avanti con piccole navi-bomba che prima accerchiano le corazzate a stelle e strisce e poi si fanno saltare in aria. Non bastassero gli addestramenti, a Washington stanno anche sviluppando un’arma ad hoc: un mesetto fa un prototipo di laser da 15 mila chilowatt di energia a colpo è stato montato su una nave da guerra ed usato con successo per fare a pezzi un gommone simile a quelli usati da Gheddafi. Del natante, che pure si trovava ad un miglio dal supercannone, sono rimasti i brandelli. Da ultimo, giova ricordare come le versioni galleggianti dell’autobomba non siano una novità per l’islam a mano armata. Nel 2000 un gruppo di terroristi legati ad Al Qaeda assaltò e quasi distrusse (diciassette marinai uccisi e danni per milioni di dollari) il cacciatorpediniere americano Uss Cole, ormeggiato nel porto di Aden, nello Yemen. Quello alla Cole fu il secondo attacco marino dei seguaci dell’allora misconosciuto Bin Laden alle forze americane. Qualche mese prima ci avevano provato, sempre nel porto di Aden, col cacciatorpediniere Uss The Sullivans. Il piano era di imbarcare un kamikaze su un gommone pieno zeppo di esplosivi e mandarlo a farsi saltare in aria sotto il naso dei marinai americani. Andarono storte le operazioni di carico: poco versati nella scienza natatoria, i terroristi caricarono una quantità smodata di tritolo sulla bagnarola col risultato di farla colare irrimediabilmente a picco, con tanto di martire, pochi istanti dopo essersi allontanata dalla riva.

Marco Gorra