Stefano Montefiori, Corriere della Sera 17/05/2011, 17 maggio 2011
E LA FRANCIA SI SCOPRE OMERTOSA E MASOCHISTA
E LA FRANCIA SI SCOPRE OMERTOSA E MASOCHISTA - Il giorno dopo il grande choc i francesi si scoprono omertosi e maschilisti. Fermi agli anni Cinquanta. Le testimonianze sulle molestie di Dominique Strauss-Kahn si accumulano, la giornalista Tristane Banon annuncia una prossima denuncia per fatti risalenti a otto anni fa e raccontati in televisione (nel 2007) senza suscitare particolari reazioni, spuntano storie di aggressioni di DSK alle hostess Air France sui voli Parigi-Washington, ma la versione corrente - dei compagni socialisti e dei media - per trent’ anni è stata che DSK era «un grande seduttore». Ma da quando le aggressioni sessuali sono «seduzione»? Tutti sapevano e tutti, in verità, parlavano: ma solo nei salotti, alle cene, nei luoghi dove le élite si lamentano, tra un gossip e l’ altro, del crescente scollamento con il popolo. Come è stato possibile assecondare - con il silenzio - eccessi che hanno rovinato un uomo geniale? Che sarebbe successo se, invece di molestie alle donne, un uomo politico avesse tenuto comportamenti scorretti nei riguardi di neri o arabi? Il finimondo, e giustamente. In questa Francia, è il caso di osservare, le donne non possono contare sulla stessa sacrosanta indignazione. Ieri Anne Mansouret, l’ esponente socialista madre di Tristane Banon, ha aggiunto particolari alla storia della tentata violenza subita dalla figlia nel 2002. Tristane ha già raccontato di avere lottato a terra con DSK, che riuscì a sganciarle il reggiseno e cercava di toglierle i jeans prima che lei scappasse dall’ appartamento dove era stata convocata per un’ intervista. «Tristane si è chiusa nell’ auto e mi ha chiamata al telefono - racconta la madre -. Sono arrivata un’ ora dopo e l’ ho trovata ancora chiusa in auto, stravolta, con un tacco rotto. Decidemmo di non denunciarlo, non volevo che mia figlia passasse alla storia come la donna del "caso DSK". Ma ho sbagliato, Tristane è rimasta segnata». La Banon è ora pronta ad avviare l’ iter giudiziario. «Stiamo studiando il caso per presentare denuncia - dice l’ avvocato David Koubbi -. La mia cliente possiede le prove di quel che afferma». Quando Tristane Banon raccontò la vicenda, quattro anni fa nella trasmissione tv di Thierry Ardisson, non suscitò grande emozione. Nessun magistrato aprì un’ inchiesta. L’ accertamento della verità avrebbe fatto bene a tutti, anche a Strauss-Kahn qualora si fosse dimostrato innocente. Invece, alla giustizia penale si è sostituita per anni una sorta di - mite - sanzione sociale, che ha rubricato le molestie di Dsk come «le pesanti avances di un donnaiolo». I pochi che in passato osarono parlare, oggi chiedono a giornalisti e politici di cominciare l’ autocritica. «Se domani i francesi ci accusassero di nuovo di esserci tenuti un segreto per noi, di avere concesso ai potenti quel che rifiutiamo agli umili, che cosa risponderemmo? Non possiamo mentire, anche solo per omissione. Dobbiamo dire nient’ altro che la verità, ma tutta la verità». A scrivere queste parole su Le Monde è Christophe Deloire, autore nel 2006 con Christophe Dubois di Sexus Politicus, il libro che per la prima volta rompeva il tabù. Una scena descrive perfettamente la separazione tra la casta degli iniziati, che sa bene quel che succede tra le lenzuola, e il resto della nazione. Secondo turno delle presidenziali, 1974. Dibattito televisivo tra Valéry Giscard d’ Estaing e François Mitterrand. Giscard fa cadere nella discussione il luogo natale di Anne Pingeot, l’ amante storica dell’ avversario, per innervosirlo. «Clermont-Ferrand... - butta lì Giscard, guardando Mitterrand negli occhi - Una città che vi conosce bene». Frase chiarissima ai due politici, ma sibillina per i milioni di francesi davanti allo schermo, che scopriranno della relazione tra la Pingeot e Mitterrand solo nel 1994: vent’ anni dopo. L’ omertà è discutibile se riguarda fatti privati di interesse pubblico, diventa grave se si allarga a possibili crimini. Yannick Olland, inviato di Rmc: «Volo spesso con Air France negli Stati Uniti, gli equipaggi mi parlano di DSK come di un passeggero difficile, che ha avuto più volte un comportamento totalmente fuori luogo nei confronti delle hostess. Una volta tutto si è risolto con un paio di schiaffoni al direttore generale del Fmi, ma l’ hostess avrebbe potuto benissimo denunciarlo. L’ equipaggio era scioccato, poi mi hanno detto che ormai in Air France tutti lo sanno». Quattro anni fa, Jean Quatremer (corrispondente di Libération a Bruxelles) scrisse che il comportamento di Strauss-Kahn, «al limite della molestia sessuale», gli avrebbe provocato problemi negli Usa. «Ho visto DSK in azione con le mie colleghe giornaliste, era sconvolgente - dice ora Quatremer -. Ora tutti si ricordano che io ho osato rompere l’ omertà, ma il problema è che sono stato il solo. Eppure si tratta di rispetto per le donne: in Scandinavia, o negli Stati Uniti, un uomo politico con questo problema non avrebbe potuto neanche cominciare la carriera. In Francia siamo fermi agli anni Cinquanta, è ora di lasciarci alle spalle il maschilismo». Ma ancora ieri, per screditare le accuse, l’ entourage di Strauss-Kahn ha elegantemente sottolineato che la cameriera «non si può certo definire una donna attraente». Il cammino è appena cominciato, e sembra lunghissimo.
Stefano Montefiori