Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 17 Martedì calendario

SCOMMESSE AL RIALZO TAGLIATE DI 17 MILIARDI

Nella settimana fino al 10 maggio, segnata dal crollo delle materie prime, gli speculatori hanno ritirato scommesse al rialzo per un totale di 17 miliardi di dollari. Il dato emerge retrospettivamente dall’analisi delle statistiche diffuse dalla Commodity Futures Trading Commmission (Cftc) ed è riferito soltanto ai mercati regolamentati statunitensi, dove si stima sia investito circa un terzo della complessiva allocazione che i fondi riservano alle commodities: intorno a 350 miliardi, distribuiti anche su altre Borse, in primis quelle londinesi, e su contratti over-the-counter.

Nello specifico, la categoria dei Money managers – in cui le autorità di vigilanza Usa incasellano gli hedge funds e i Commodity trading advisors (Cta) – ha ridotto le posizioni nette lunghe, ossia all’acquisto, di oltre 22mila contratti, tra futures e opzioni: un taglio del 13% nel giro di 5 sedute di contrattazioni. Una svolta così decisa non si verificava da oltre un anno, ma nonostante questo gli investitori rialzisti appaiono tuttora in maggioranza: i fondi sono ancora "lunghi" per 1,5 milioni di di contratti, il massimo da metà marzo.

Come era facile intuire, considerato il crollo subìto dalle quotazioni, la riduzione delle scommesse al rialzo ha interessato in modo particolare l’argento al Comex: i fondi hanno liquidato quasi un quarto delle posizioni nette lunghe, per un valore di 1,1 miliardi di dollari, riducendole ad appena 19mila contratti. Gli speculatori hanno preso le distanze anche dall’oro, riducendo di circa il 10% (più o meno 3 miliardi di dollari) le posizioni nette lunge al Comex. Un’uscita anticipata dai movimenti di singoli grandi hedge funds: dalle comunicazioni alla Sec è emerso che nel corso del primo trimestre Touradji Capital Management, il fondo del celebre Paul Touradji, ha azzerato la sua esposizione agli Etf in oro, vendendo tutte le 173mila quote dell’Spdr Gold Trust che aveva in portafoglio a fine dicembre. Secondo il Wall Street Journal – che non è stato smentito – avrebbe almeno in parte venduto anche il Soros Fund di George Soros, che al 31 dicembre possedeva ben 4,72 milioni di quote dello stesso Etf.

In termini di valore (6,5 miliardi di $) è comunque il petrolio la materia prima che ha sofferto la più forte riduzione delle scommesse rialziste da parte dei fondi, nella settimana al 10 maggio. La situazione al Nymex appare tuttavia più complessa, rispetto ad altri mercati. Non tutti gli speculatori sono infatti usciti dal mercato. Qualcuno ha cambiato scommessa, puntando su futuri ribassi di prezzo: se le posizioni lunghe sono diminuite di 30 milioni di barili, ci sono anche nuove posizioni "corte" per 9 mb. Inoltre, al Nymex sembra esserci stata una vera e propria fuga dei piccoli investitori: la categoria "Non reporting" ha tagliato le scommesse al rialzo di ben un terzo (-32,5% ossia 10,6 mb).