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 2011  maggio 15 Domenica calendario

RISCHIA IL NOSTRO ORO VERDE" GUERRA AL KILLER DEI KIWI

Ci saranno purtroppo molti fuochi, nelle campagne della Romagna, del Lazio e del Piemonte. Le fiamme sono infatti l´unico rimedio, trovato fino ad oggi, per fermare il cancro dei kiwi, il batterio «Pseudomonas syringae pv. Actinidiae», capace di uccidere una pianta in meno di quattro settimane.
Anche le piante malate, in primavera, sono piene di linfa, e per bruciarle sarà necessario inondarle di kerosene. «Ecco - dice Christian Bertoni, trent´anni, nella sua azienda di Fossolo - i miei kiwi erano qui». Mostra un grande campo dove è rimasto uno scheletro: ci sono i pali di sostegno, le reti antigrandine, le gomme per l´irrigazione e quelle antigelo, ma le piante non ci sono più. «Il 10 aprile ho fatto un grande fuoco. Pochi giorni prima avevo scoperto la malattia. Sul tronco e sui rami c´erano come gocce di sudore, che sono incolori ma che presto diventano rosse. Ho capito subito di cosa si trattava, ho chiamato i tecnici del servizio fitosanitario ed ho avuto la conferma. Ho estirpato tre ettari di kiwi giallo e ho "capitozzato", potato pesantemente, altri tre ettari di kiwi verde».
Venivano chiamati l´«oro verde», i kiwi, arrivati qui dalla Nuova Zelanda quasi quarant´anni fa. I frutti pelosi con la polpa verde portavano infatti «oro» nelle tasche dei contadini. «Negli anni ´80 - ricorda Giovanni Pausini, responsabile settore agroalimentare della Confcooperative di Ravenna - i kiwi venivano pagati al produttore 5.000 lire al chilo, una cifra mai vista nelle nostre campagne. E al consumatore costavano mille lire l´uno. Ma poiché erano "pieni di vitamina C", sul mercato hanno avuto subito successo. E anche in questi ultimi anni i prezzi sono stati buoni. I gialli, più pregiati, sono stati venduti dal produttore a 1 euro al chilo, 60 centesimi il verde. Ogni ettaro produce 300 quintali, e per il giallo si incassano 30.000 euro. Anche le pesche - questa è una zona di altissima produzione - producono in media 300 quintali per ettaro, ma i prezzi sono ben diversi: 30 - 35 centesimi al chilo nel 2010, 20 - 25 nel 2009».
I primi casi di «cancro del kiwi» sono stati individuati nel 2007 ma l´epidemia sembra essere scoppiata in questi ultimi mesi. «In Romagna - dice Giovanni Pausini - abbiamo avuto le prime segnalazioni nel 2009. L´anno scorso ci sono state due estirpazioni di produzioni infette e quest´anno, purtroppo, abbiamo già contato 100 focolai». Si calcola che, in Italia, la percentuale di impianti colpiti da questa batteriosi sia arrivata al 25%. «Il momento è difficile perché non abbiamo ancora trovato la reazione giusta. E´ vero, il fuoco elimina la batteriosi ma questo significa distruggere gli impianti. Nel Lazio, dove la malattia è iniziata, avevano pensato a misure diverse. Tagliavano le piante lasciando le radici e poi trinciavano tronchi e rami per venderli come combustibile o all´industria del legno. Ma così, trinciando il legno sui campi, la malattia si diffondeva invece di fermarsi».
Christian Bertoni, il coltivatore, osserva attentamente rami e foglie dei kiwi «capitozzati». «Se vedo altre macchie rosse, devo tagliare tutto. La batteriosi è come una malattia del sangue. L´infezione può entrare da qualsiasi parte della pianta - basta una piccola lesione del tronco, bastano le gemme aperte - per diffondersi sia verso le radici che verso l´alto. Un´ape che passa da un albero all´altro, una lepre che corre da un impianto all´altro, e la malattia si estende. Non ho mai visto un accidente come questo, capace di seccare una pianta di meno di un mese».
Ci sarà una riunione a Roma, martedì, presso il ministero dell´Agricoltura. «Ho chiesto l´incontro - dice l´assessore regionale Tiberio Rabboni - perché trovo assurdo che un problema che ormai si discute in tutto il mondo - la batteriosi ha raggiunto anche la Nuova Zelanda - da noi sia affrontato a livello regionale. Noi abbiamo indennizzato i contadini colpiti ma per le prossime estirpazioni non avremo più soldi. Per questo pensiamo di intervenire sulle assicurazioni, finanziando i coltivatori che firmano le polizze. Ma il problema più serio è un altro: noi abbiamo messo in campo una task force, con esperti che ci debbono dire come prevenire questa peste e come sconfiggerla, così come abbiamo fatto con tante altre malattie delle piante, come il "colpo di fuoco", l´Erwinia amilovora, che colpiva le pere. Ma può una regione sola affrontare un problema come questo? E´ il governo che deve farsi vivo e coinvolgere anche l´Europa».
Debbono ancora sbocciare, i fiori di kiwi. «In poche ore - dice Christian Bertoni - mi sono accorto di avere perso tutto. L´impianto estirpato sarebbe entrato in piena produzione quest´anno, e mi avrebbe dato reddito per almeno vent´anni. Spero di salvare il kiwi verde. A chi è affezionato a questo frutto, vorrei dire una cosa: il cancro colpisce la pianta e la secca subito. Se un frutto arriva al mercato, significa che è stato prodotto da una pianta sana. Entro la fine di ottobre, quando ci sarà il nuovo raccolto, speriamo che questa batteriosi sia solo un brutto ricordo».