Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 15/5/2011, 15 maggio 2011
IL FATTO DI IERI - 15 MAGGIO 1935
Manifesto dell’estetica staliniana, il metrò di Mosca, tra i più sontuosi del mondo, come era nelle intenzioni dei capi del Politburo, è vero “topos” architettonico del socrealizm. Una cattedrale sotterranea inaugurata in gran pompa il 15 maggio ‘35, affidata al gotha degli architetti post-costruttivisti e destinata a glorificare la vita quotidiana dell’“homo novus” sovietico. Liquidate le estrose esperienze urbanistiche di Mendelsohn e Le Corbusier, la subway moscovita si ispirerà a canoni vetero-classicisti, diventando simbolo della nuova “architettura parlante”, messaggio scenografico ad uso del mito staliniano. “Emozionante e radiosa”, secondo gli slogan di propaganda, come apparirà nei suoi graniti, stucchi e marmi preziosi, nelle sue vetrate iridescenti, nei mosaici e alabastri dagli effetti di luce rosata filtrante dai cristalli delle cupole. E nelle sue stazioni decorate con bassorilievi a tema, inneggianti all’epopea della rivoluzione e alla lunga marcia del proletariato. Fiore all’occhiello del “Plan rekonstrukii” del ’35, l’underground di Mosca, è oggi, con i suoi 300 kilometri, 200 stazioni e 8 milioni di passeggeri al giorno, la sotterranea tra le più all’avanguardia del mondo.