Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 15 Domenica calendario

«Contro Bianca forse è meglio andare in bianco» - «Non ci si crede, tutto questo casino per una cosa così

«Contro Bianca forse è meglio andare in bianco» - «Non ci si crede, tutto questo casino per una cosa così...». Roberto D’Agostino, «deus ex machi­na » di Dagospia e collezionista di scoop e querele. Non mi sembra troppo scan­dalizzato dalla vicenda. «Assolutamente no». Ma che un direttore di una testata come il Tg3 minacci di querela un sito web per far sparire una notizia scomoda non la stupisce per nulla? «Mah, mi colpisce più che altro il compor­tamento della Berlinguer. Forse doveva pensarci meglio prima di fare il direttore». In che senso? «Intendiamoci: quello pubblicato da “Notapolitica” era ben poca roba. Ma qua­le dossier! Era una raccolta di lamentele anonime sulla sua gestione del tg, un chiac­chiericcio da dopo lavoro redazionale. Ora, di che si lamenta la Berlinguer? Che non lo sapeva che il problema principale di un direttore è proprio le gestione dei suoi stessi giornalisti? Che per ogni nomina che fai crei cento sconten­ti e un ingrato?». Evidentemente pe­rò la Berlinguer considera questo «Libro Bianca» pa­recchio scomodo, visto l’impegno pro­fuso per farlo spari­re... «Ha avuto certamen­t­e una reazione esage­rata. Però anche quel­li di “ Notapolitica”do­vevano stare più atten­ti... ». Beh, loro non han­no fatto altro che rendere pubblico un documento di cui erano riusciti a entrare in posses­so. Non è questo l’obiettivo di ogni te­stata? Fare arrivare le notizie al pubbli­co? «E mi dice al “pubbli­co” che gli può fregare delle beghe interne al Tg3 ? Con tutto quello accade oggi in Italia?» Insomma lei que­sto materiale non lo avrebbe pubbli­cato. «Senza condiziona­le. Io non l’ho pubbli­cato, punto. Perché l’ho avuto anche io tra le mani, sa?» E lo ha cestinato. «Certo. Gestire un sito web non equivale mica a pubblicare qualsiasi cosa. Senza contare che la Berlinguer aveva fin da subi­to promesso guai a chi lo avesse diffuso...». Ma allora le querele fanno paura anche a lei! «Quelle inutili sì, tanto. Però se devo an­dare in tribunale perché ho raccontato le malefatte di un fondo di investimenti, non mi tiro certo indietro. E infatti Dagospia è sommersa dalle querele, e io passo un sac­co di tempo in compagnia di pm e agenti della polizia postale». Non dev’essere una vita facile. «Manco un po’.Anche perché io alle spal­le non ho mica Paolo Berlusconi o Carlo De Benedetti. Di quello che va sul sito rispon­do solo io, moralmente e finanziariamen­te ». Destino comune a chiunque, almeno in Italia, faccia informazione indipenden­te sul web: niente editore, niente ufficio legale». «Appunto per questo i ragazzi di “Notapo­litica” potevano evitare di mettersi nei guai per così poco. E con una giornalista poi...» Perché? «Perché sono proprio i giornalisti i peg­giori tra i “querelatori”. Del resto loro lavo­rano con le parole, e sono bravissimi a tro­vare l’“aggettivo sgradito” per portarti da­vanti al giudice. Decisamente, con Bianca avrebbero fatto meglio ad andare in bian­co ».