CARLO BERTINI, La Stampa 15/5/2011, 15 maggio 2011
Il Cepu spicca il volo - Potrebbe essere una sensazione a dir poco inebriante salire su un aereo di linea e sapere che ai comandi c’è un pilota che ha ricevuto il brevetto dal Cepu, la stessa scuola privata che aiuta a prendersi diplomi scolastici con corsi di recupero
Il Cepu spicca il volo - Potrebbe essere una sensazione a dir poco inebriante salire su un aereo di linea e sapere che ai comandi c’è un pilota che ha ricevuto il brevetto dal Cepu, la stessa scuola privata che aiuta a prendersi diplomi scolastici con corsi di recupero. Il capogruppo del Pd in commissione Trasporti, Michele Meta, quando giorni fa ha scoperto sui siti una campagna di iscrizioni alla nuova «Accademia del Volo che si avvale della lunga esperienza maturata dalla Scuola di Volo dell’Aeroclub di Viterbo per formare aspiranti piloti» ha chiesto al ministro Matteoli, con una formale interrogazione, se ne sapesse qualcosa. Insomma se fosse a conoscenza «di questa curiosa iniziativa intrapresa dal Cepu», che ha avviato una campagna promozionale che suona così: «I corsi di Accademia del Volo Cepu permettono di ottenere le licenze ATPL (pilota di linea), CPL (pilota commerciale) e PPL (pilota privato), rilasciate dall’Enac, necessarie per intraprendere la carriera di pilota. La scuola fornisce una preparazione completa a tutti coloro che vogliono trasformare la passione per il volo in un mestiere, garantendo i più alti livelli di professionalità e sicurezza, grazie a uno staff di istruttori provenienti dalla Scuola Alitalia Sky Master di Alghero». L’esponente pd vuole sapere da Matteoli «se è a conoscenza della procedura di autorizzazione inoltrata dal Cepu all’Enac, che dovrebbe dare il via libera ai corsi di volo, e se non ritiene azzardato consentire ad una scuola privata che svolge attività di formazione scolastica la preparazione di piloti di linea che devono rispondere invece a standard elevati di sicurezza». L’Anas alle Regioni E’ quanto vorrebbe ottenere la Lega con un disegno di legge del capogruppo Reguzzoni, già discusso in commissione Ambiente alla Camera, che prevede il trasferimento del capitale Anas alle Regioni in base ai veicoli circolanti e non ai chilometri di strade. Una legge che introdurrebbe pedaggi su grandi arterie come il Raccordo anulare di Roma o la Salerno Reggio Calabria. E che secondo i piddì Iannuzzi e Margiotta porterebbe al paradosso di beneficiare le regioni del nord con i proventi del pedaggio del futuro Ponte sullo Stretto: attraverso la partecipazione al capitale della società, che fa capo all’Anas, la Lombardia avrebbe infatti il 19,8% mentre Sicilia e Calabria il 5,3 e il 2,2% del fatturato dei pedaggi.