Guido Olimpio, Corriere della Sera 16/05/2011, 16 maggio 2011
QUEL FENOMENO DEGLI ESTREMISTI IN NORD AFRICA - I
servizi di sicurezza occidentali sono preoccupati per i segnali che arrivano dal Nord Africa. I conflitti di questi mesi hanno aperto una finestra di opportunità per i gruppi terroristici che, scavalcati dalle rivolte popolari, cercano di rientrare nella partita. Prima la strage di Marrakech, attribuita a simpatizzanti di Al Qaeda nella terra del Maghreb (Aqim). Ieri l’annuncio dell’arresto di due estremisti nel sud della Tunisia. La coppia aveva una cintura kamikaze e alcuni ordigni. Quali erano le loro intenzioni? Colpire in Tunisia in un momento difficile per il Paese? Imbarcarsi su uno dei battelli che raggiungono Lampedusa? Infiltrarsi in Libia? Tutto è possibile. Nell’arena jihadista è stato avvertito un certo fermento. Per ragioni diverse. L’intervento Nato contro Gheddafi ha spinto la fazione regionale di Al Qaeda a lanciare appelli alla lotta. Per gli estremisti i Paesi occidentali sono nemici da respingere così come lo è il regime di Gheddafi. Agli occhi degli islamisti l’appoggio agli insorti libici è solo una manovra. E, dunque, in questo quadro si sentono autorizzati a sferrare attacchi. A questo focolaio si poi è aggiunta l’uccisione di Osama, una morte da vendicare. Aqim può usare una delle sue «falangi» , magari impiegando le armi che sarebbe riuscita a sottrarre dai depositi libici. C’è timore, ad esempio, per i sistemi missilistici portatili. Per quanto vecchi possono abbattere un aereo. L’alternativa è l’azione di una cellula autonoma con legami vaghi o solo ideologici con Aqim. Senza dimenticare eventuali provocazioni del colonnello Gheddafi. C’è un «sentiero» fatto di parole minacciose e fatti. Resta da vedere se qualcuno vorrà percorrerlo.
Guido Olimpio