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 2011  maggio 16 Lunedì calendario

Wi-Fi, la fedeltà in un acronimo - Ogni volta che apro il collegamento Internet del mio cellulare scopro che intorno a me sono presenti numerose reti Wi-Fi, questo sia che mi trovi in una casa privata come in uno spazio pubblico

Wi-Fi, la fedeltà in un acronimo - Ogni volta che apro il collegamento Internet del mio cellulare scopro che intorno a me sono presenti numerose reti Wi-Fi, questo sia che mi trovi in una casa privata come in uno spazio pubblico. L’etere è stracolmo di onde radio emesse da tante e invisibili scatole Wi-Fi (Wireless Router) dotate di una breve antenna e installate nei pressi delle spine telefoniche. Sono loro che permettono ai computer di collegarsi senza fili alla rete Web all’interno di spazi comuni: casa, albergo, azienda, università, ecc. In Italia a differenza di altri Paesi non c’è a livello delle singole città un servizio Wi-Fi libero e gratuito; questo nonostante le promesse di molte amministrazioni comunali. Un’obiettiva difficoltà al raggiungimento di questa liberalizzazione è stata creata dal Decreto Pisanu del 2006 che ha impedito la diffusione di reti pubbliche con il motivo del pericolo terroristico: ogni rete Wi-Fi privata comportava la registrazione presso la questura e occorreva un permesso ad hoc, mentre i singoli utenti dovevano registrarsi con un documento d’identità per poter usufruire del servizio in un bar come in un hotel. Ora il decreto dell’ex ministro degli Interni è decaduto, ovvero non è più stato rinnovato, senza che però sia stato sostituito da una normativa precisa. Così, com’è capitato in tanti altri settori, ognuno si organizza da sé, in modo autonomo. Si diffondono le reti di casa con la conseguenza dell’aumento delle onde elettromagnetiche. In tante città europee l’accesso a Internet è diventato invece un bene pubblico, come l’acqua, le piazze, i giardini, ecc. Nel Bel Paese è invece un affare e, scatola Wi-Fi dopo scatola, ha finito per arricchire i produttori, per la maggior parte cinesi e tedeschi. Il Wi-Fi si è diffuso per contagio nell’arco di un paio di anni: il desiderio di lavorare senza restare legati ai fili, un guinzaglio che la tecnologia informatica, e in particolare i suoi utenti, mal tollerano, ha spinto molti ad acquistare il Wireless Router. Tuttavia nonostante questo, non sono in tanti che sanno cosa significhi il termine Wi-Fi. Si pensa all’acronimo di Wireless Fidelity, allo stesso modo con cui Hi-Fi sta per High Fidelity. Phil Belanger, cofondatore di Wi-Fi Alliance, sostiene che il termine non ha alcun significato; si tratta di un marchio commerciale comparso per la prima volta nell’agosto del 1999 usato un’azienda di consulenza: Iterbrand. Invenzione lessicale assai astuta. La fedeltà è pur sempre un valore, almeno nel campo delle onde.