Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 14 Sabato calendario

NOVE MILIARDI DI ABITANTI NEL 2050 SE ILMONDO CRESCE PIÙ DEL PREVISTO

Il 3 maggio, nella sede delle Nazioni Unite, è stata presentata la Revisione 2010 del World Population Prospect, il rapporto dell’Onu sulle previsioni di crescita della popolazione mondiale. L’autorevole documento, che ogni due anni traccia le prospettive di variazioni nell’incremento demografico del pianeta, quest’anno ha rivelato che la previsione per il 2050 dovrà essere superiore rispetto a quella precedente, pubblicata nel 2008. In concreto, invece dei 9 miliardi e 150 milioni previsti alla scadenza del prossimo mezzo secolo, ci saranno 156 milioni di persone in più, per un totale di 9 miliardi. e 310 milioni. Ciò è determinato, secondo il documento Onu, da un numero più alto di nascite (salite di 147 milioni) e un numero inferiore di decessi (22 milioni in meno rispetto alla Revisione del 2008). In base a questi calcoli, il prossimo 31 ottobre la specie Homo sapiens raggiungerà i 7 miliardi, e per il 2050 le previsioni più attendibili danno una popolazione mondiale che supera, come abbiamo visto, i 9 miliardi. I maggiori incrementi si avranno nelle nazioni considerate di alta fertilità che comprendono 39 Paesi africani, nove asiatici, sei in Oceania e quattro in America Latina. Queste previsioni rispondono a una valutazione media, la più attendibile rispetto a quella considerata «alta» — la più preoccupante — e quella «bassa» . Il tutto andrà a gravare su una superficie di terre emerse della quale ognuno di noi ha a disposizione poco più di due ettari, come quattro campi di pallone. Un processo devastante, che già oggi, unito a una crescita irresponsabile nei consumi dei Paesi più ricchi, condanna alla fame più di un miliardo di esseri umani e sta distruggendo la disponibilità di acqua e di suolo coltivabile e la preziosa biodiversità del pianeta. È oramai indilazionabile che tutti i Paesi del mondo, soprattutto quelli a più alta fertilità, mettano in atto politiche di controllo demografico, a iniziare da quelle tese alla liberazione delle donne, le uniche in grado di rallentare una crescita senza limiti su un pianeta i cui limiti sono ormai quasi superati.
Fulco Pratesi