Luigi Corvi, Corriere della Sera 14/05/2011, 14 maggio 2011
LA TELENOVELA DEL LAGO. A COMO LA FINTA ERBA DOPO IL MURO DA 20 MILIONI —
Il sindaco, il calciatore, il ministro. Nella telenovela del lungolago di Como (da più di tre anni sbarrato per un cantiere di cui non si vede la fine) irrompe una nuova puntata, con nuovi personaggi e nuove polemiche. Succede che i lavori per la costruzione delle paratie anti-esondazione, una colossale (e, secondo alcuni, inutile) opera che alla fine inghiottirà più di 20 milioni di euro, siano fermi da mesi per mancanza di fondi. Solo un tratto di 170 metri è concluso: una triste spianata di cemento e ghiaia senza parapetto perché mancano i soldi per andare oltre. La brutta cartolina che tutto il mondo avrebbe visto per la quarta estate consecutiva ha spinto nei giorni scorsi il comasco Gianluca Zambrotta a gettare un salvagente al sindaco, Stefano Bruni (Pdl). Con la sua società «Young Boys» ha proposto di stendere provvisoriamente su quei 170 metri un tappeto di erba sintetica e un parapetto di cristallo, con l’aggiunta di panchine e giochi per i bambini, accollandosi i 500mila euro di spesa in cambio di piccoli spazi pubblicitari. Così quel tratto di passeggiata potrà essere aperto da giugno sino a ottobre. La giunta ha detto sì, il parere della Soprintendenza arriverà la prossima settimana, ma intanto l’intervento ha suscitato polemiche. Ad alcuni la soluzione piace, ad altri no. E anche il ministro, del turismo Michela Vittoria Brambilla, che è stata qui per illustrare il progetto da un milione di euro destinato ad attrarre i turisti sul lago, storce il naso. «Si poteva trovare un’altra soluzione» , dice. Ma ci tiene prima a precisare che ritiene «assolutamente apprezzabile il contributo che Zambrotta ha voluto dare alla città, consapevole dell’importanza del turismo per il territorio, e per questo va ringraziato» . Ma a lei l’erba sintetica proprio non piace. Il sindaco Bruni ha risposto secco: «Se il ministro integra con 200mila euro possiamo modificare il progetto» . Replica la Brambilla: «Nessuno ha richiesto il mio intervento o il mio giudizio. Ben venga Zambrotta, ma se, nel rispetto dei ruoli, il sindaco volesse aprire un confronto sulla questione del lungolago, io sono a disposizione» . In attesa della prossima puntata, i comaschi intanto non sanno quando potranno riavere la loro passeggiata. Nell’estate del 2009 all’interno del cantiere era spuntato un muro di cemento armato lungo 120 metri che oscurava il lago. Una variante del progetto che aveva scatenato la rivolta della gente portando la giunta di centrodestra sull’orlo della crisi. Per salvare Bruni era intervenuto il presidente lombardo Formigoni che aveva messo a disposizione 2,1 milioni di euro per cambiare il progetto e aveva lanciato un concorso internazionale di architettura per «arredare» il lungolago una volta finiti i lavori. Il muro è stato abbattuto nel febbraio dello scorso anno, ma le palizzate sono rimaste. Si sono spesi 115mila euro per il concorso, vinto da Cino Zucchi. Per realizzarlo ci volevano però sei milioni. Dove trovarli? A trarre d’impaccio il Comune ci ha pensato la Soprintendenza che, a sorpresa, a dicembre ha bocciato il progetto per «interferenze sul paesaggio, degrado e disturbo visivo» . Tutto fermo. E da marzo anche negli altri due lotti non si lavora, in attesa dell’approvazione di una perizia di variante che rimbalza tra Comune e Regione in un ping pong senza fine.
Luigi Corvi