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 2011  maggio 14 Sabato calendario

Patente: persi dal 2003 68 milioni di punti - Se gli incidenti stradali mortali sono diminuiti negli ultimi anni (meno 37% dal 2003, meno 40% dal 2000) un merito ce l’ha anche la patente a punti, che il primo luglio di quest’anno compie sette anni

Patente: persi dal 2003 68 milioni di punti - Se gli incidenti stradali mortali sono diminuiti negli ultimi anni (meno 37% dal 2003, meno 40% dal 2000) un merito ce l’ha anche la patente a punti, che il primo luglio di quest’anno compie sette anni. In questo lasso di tempo, ai 35 milioni di patentati italiani sono stati sottratti 68 milioni di punti. La statistica direbbe 1,8 a testa, ma questo dato è scarsamente indicativo, perché meno di due punti spalmati su sette anni non sono una gran cosa. Giova, invece, guardare dentro le statistiche che saranno pubblicate sul prossimo numero del «Centauro», organo dell’Asaps, l’associazione dei sostenitori della polizia stradale, a cui aderiscono 25 mila cittadini, in gran parte ex agenti del Corpo. Dalla ricerca dell’associazione risulta che i 68 milioni di punti sono stati prelevati a seguito di 16 milioni di infrazioni contestate e - quindi - ogni volta che qualcuno è stato pizzicato a compiere una contravvenzione seria, gli sono stati tolti, in media, oltre 4 punti. Come dire che, quando colpisce, la Polstrada colpisce duro. E fa in modo che l’episodio venga ricordato, al punto che 266 mila patentati hanno preferito andare a frequentare i corsi per il recupero dei punti, piuttosto che accumulare pericolose sottrazioni. «Qualcuno, per la verità spiega il presidente dell’Asaps Giordano Biserni - ai corsi ci andava tanto per andare. Ma dall’introduzione del nuovo codice della strada, nel 2010, a fine corso è previsto un esame, e quindi sfuggire alla valutazione è più difficile». L’abbaiare, tuttavia, non è stato sempre connesso col mordere, tant’è che se andiamo a vedere a quante persone la patente è stata ritirata per aver consumato l’intero monte-punti, scopriamo che si tratta di appena 138 mila italiani, in sette anni. Francamente pochi. C’è da chiedersi, poi, chi incappi sotto la severa scure della Polstrada. E la risposta è quasi scontata, alla luce delle statistiche sull’incidentalità: i ragazzi neopatentati e i giovani under trenta. Se i diciottenni sono l’1,3% dei patentati, sono oltre il 3% degli stangati dal taglio-punti, e se tra i 20 e i 30 anni abbiamo il 15% dei patentati, troviamo anche il 21% di quanti hanno subito una decurtazione dei punti. Insomma, sono i ragazzi a incappare nella severità della norma, e i motivi sono sempre quelli: superamento generoso e reiterato dei limiti di velocità, insofferenza alle cinture di sicurezza, amabili e prolungate conversazioni al telefonino senza auricolare, e poi un classico, la suprema indifferenza per il semaforo rosso. L’Asaps non ha ancora i dati aggiornati per regione, ma fanno fede quelli di due anni fa: si infrange il codice della strada soprattutto in Piemonte, Lombardia ed Emilia. Padani indisciplinati, dunque? «Niente affatto - dice Biserni - è che in quelle regioni i controlli e le sanzioni funzionano, e quindi abbiamo i dati. Altrove, più a Sud, qualche volta ci si dimentica perfino di trasmettere all’amministrazione dei Trasporti i dati relativi alle patenti cui sono state decurtati i punti». Smentito anche il luogo comune maschilista «donna al volante pericolo costante». Le patenti rosa hanno contribuito solo con il 24,7% dei punti prelevati, rispetto al 75,3% dei maschi. «Si potrà dire che le donne patentate sono in numero inferiore - commenta Biserni -. Vero, ma fino a un certo punto. Su 35.972.472 patenti attive al 31 dicembre 2010, le donne sono il 42,9% e gli uomini il 57,1%. Non ci rimane che attaccarci al fatto che le donne percorrono meno chilometri, ma non basta». L’indagine del «Centauro» conferma anche che restiamo un popolo di furbi che infrangono le regole e poi fanno carte false - in senso stretto - per non doverne rispondere. E così molti diciottenni imprudenti dicono che a guidare era il nonno, e tanti imprenditori giurano che era il filippino a guidare il loro Suv sparato a velocità folle nella notte. «Non chiedetemi - dice con ironia Biserni - quanti siano i nonni ultraottantenni che hanno perso i punti alla guida di potenti auto, magari in piena notte e in zone ad alta densità di discoteche. Tanti anche gli extracomunitari dipendenti di industriali, imprenditori, albergatori che avevano avuto in prestito la super berlina tedesca quando la targa è stata pizzicata dal Tutor. Alla faccia di chi dice poi che non siamo un popolo generoso o addirittura siamo xenofobi. Ma come? Prestiamo le nostre supercar con così grande generosità...». Ma queste sono furbizie da mentecatti. Ci sono anche quelle degli azzeccagarbugli, che sanno di avere torto ma si rivolgono lo stesso al giudice di pace per evitare la sanzione. Nel peggiore dei casi si otterrà una dilazione.