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 2011  maggio 19 Giovedì calendario

UNA CONCHIGLIA NEL PETTO

L’evoluzione è un mago del bricolage: vecchi organi, tessuti, geni sono riutilizzati, pressoché immutati o trasformati nei modi più impensati, per adattarli a nuovi compiti. In un esempio celebre, gli ossicini che trasmettono i suoni nel nostro orecchio erano ossa mascellari con cui i rettili masticavano, e prima ancora le ossa dell’arco branchiale con cui i pesci respiravano. Non è una novità, il riutilizzo, eppure certi esempi stupiscono ancora. Come quello descritto sull’"American Heart Journal" da Bruno Marino, cardiologo pediatra dell’università La Sapienza di Roma: uno stesso gene nei molluschi guida la crescita a spirale della conchiglia, e nei vertebrati la torsione con cui il cuore e i grandi vasi prendono forma nell’embrione.
"Nel 2002 avevamo notato una similitudine tra la rotazione delle arterie del cuore e quella delle conchiglie", ricorda Marino: "Di norma le grandi arterie, viste dall’apice del cuore, girano in senso orario. Poche persone hanno però una condizione per cui destra e sinistra sono invertite come allo specchio: se non hanno altre anomalie sono sane, ma hanno il cuore a destra, il fegato a sinistra e così via. E anche il cuore è ruotato in modo speculare, in senso antiorario". Lo stesso accade nelle conchiglie. Perché? Il team di Marino si è poi accorto che in una grave cardiopatia congenita, la trasposizione delle grandi arterie, queste non sono spiralizzate ma vanno su dritte. E ha sondato quali geni potessero essere coinvolti. "Abbiamo scoperto che in molte famiglie con questa malattia è mutato il gene Nodal. Lo stesso che sovrintende anche alla spiralizzazione delle conchiglie: se nell’embrione dei molluschi si esprime a destra dà una conchiglia normale, se a sinistra la dà levogira. Non solo: se inattiviamo il gene con farmaci, la conchiglia non si spiralizza ma viene su rettilinea, proprio come il cuore nei malati in cui Nodal è inattivo perché mutato".
Ciò che affascina è che siamo in presenza di un gene che ha conservato la sua funzione in organismi e organi molto diversi, i cui percorsi evolutivi sono cominciati circa 400 milioni di anni fa. Ma perché, in fin dei conti, il cuore dev’essere spiralizzato? "Stiamo verificando se le arterie spiralizzate distribuiscano con più efficacia il flusso del sangue", dice Marino.