Erica Arosio, L’Espresso 19/5/2011, 19 maggio 2011
TENDENZA BARBARA
I grandi nemici della felicità umana sono il dolore e la noia: perché restare a Macherio, nella Brianza sempliciotta, e nei pressi dell’imbarazzante Arcore paterna? A Milano, a Milano! Un palazzo primo Novecento con affaccio sul parco Sempione, tra via Pagano e via Canova, sarà la prossima magione di Barbara Berlusconi, figlia del premier e di Veronica Lario, colei che, fatto il gran rifiuto, ora tratta l’ardua separazione dall’imbolsito Creso. Da quando l’Immobiliare Lima ha cominciato a rifare completamente gli ultimi tre piani, terzo, quarto e sopralzo con terrazzo, è ansia tra i condomini: quando verrà ad abitare Barbara con i due figli avuti dal manager finanziario Giorgio Valaguzza? E davvero Veronica, che lo scorso autunno ha lasciato Villa Belvedere, userà l’appartamento sotto il suo per star vicino a lei e a loro?
Quel che è certo: l’indirizzo è ottimo per gestire il suo ormai ufficiale flirt con Alexandre Rodrigues da Silva detto Pato, il bomber brasiliano del Milan campione d’Italia, 21 anni appena, già "Papero" ora "Alex". Il quale abita vicino (via Saffi, strada chic di ereditiere e notai). Ma è come se Barbara avesse scelto, insieme, nuova libertà e vecchie radici. Perché quella è zona di forti tracce famigliari: suo fratello Luigi, studente di economia, vive a due passi, nella famosa villa di via Rovani dove Berlusconi padre ospitava mamma Veronica nei primi tempi del loro legame. È come se Barbara, 26 anni, vivesse su un elastico. Solo ora, dopo settimane di depistaggi allo sciame dei paparazzi, la coppia Barbara & Pato si è dichiarata in pubblico, con l’abbraccio sul prato dell’Olimpico la sera del trionfo e annesso weekend romano con mostra di Pistoletto e aperitivo al De Russie.
A complicar le cose c’è il galateo aziendale: Barbara non è più solo un’ereditiera con laurea breve in Filosofia all’Università San Raffaele presieduta da un amico di papà, ma è consigliera di amministrazione dell’A. C. Milan Spa, dove un paio di dirigenti le stanno insegnando il marketing e la gestione economica; è raro che la figlia del proprietario di una società, entrata in cda, si scelga dal mazzo dei dipendenti la star del futuro, cinque anni meno di lei. È come se Ginevra Elkann nipote dell’avvocato Agnelli mollasse lo sposo Gaetani d’Aragona e, approdata nel consiglio della Juventus, si fidanzasse con il talento serbo Krasic. Un po’ strano.
I nostri, ora, si nascondono meno: l’8 maggio, con una intervista lunga come il Mississippi al "Corriere della Sera", BB si candida schiettamente a una carriera di vertice nel club; e, quanto a Pato, "siamo solo all’inizio". Glissa sui suoi passati propositi di lavorare in Mondadori. Dove comanda e non molla la sorella maggiore e rivale Marina Berlusconi, che tre giorni prima, il 5, sempre sul "Corriere", aveva attaccato Carlo De Benedetti e il gruppo Espresso. Per inciso, nella disfida esternatoria Barbara ha battuto Marina 360 righe a 250. Marina così diversa da lei: magra, aggressiva nel vestire, perfezionata dal chirurgo, non laureata ma con poltrona in Mediobanca, fremente nel difendere il padre dagli scandali, vacanze nelle proprietà di famiglia Bermuda, Portofino, Villa Campari a Lesa, o sullo yacht Bésame; e con quell’allegro marito ex ballerino Scala riportato all’ordine. Barbara è agli opposti: la femminilità morbida, le scuole steineriane, l’interesse per le arti, l’intelligenza viva ma prudente, provata dalle trasgressioni paterne, solidale con la madre. Anche in vacanza un po’ più distante dalla geografia paterna. E con un partner, fino a poco fa, Giorgio Valaguzza, 32 anni, che si occupa di equity capital alla JPMorgan, a Londra e Milano, senza aver chiesto, così sembra, aiutini a Berlusconi.
I figli Berlusconi, si sa, si sposano con fatica. E Pato è un flirt; il ragazzo ha alle spalle un matrimonio lampo con tal Stefany Brito brasiliana che ora gli munge uno sproposito in alimenti. A soli 21 anni, nel Milan ha fatto 50 gol, è un talento osannato ma è un ragazzo. Pareva un agnellino, quando in giacca blu (e senza cravatta) è stato trascinato da Barbara alla Scala, che ci andava di frequente con sua madre per i balletti, a vedere una "Turandot". I più taglienti, tra gli habitués scaligeri, l’hanno definito "il Buon Selvaggio". Per fortuna c’è stato il dopo-Scala al Finger’s, il ristorante fusion di uno dei massimi adoratori di Berlusconi, Clarence Seedorf; e dello chef Roberto Okabe, nippo-brasiliano (interista) amico anche di Ronaldo e di Kakà, specialità "Saudade do Brazil", sushi ai colori giallo e verde. Barbara e Pato non sono due mangioni (né lui va a benzina alcolica come Ronaldinho, che un po’ ha frequentato, o, tra i nerazzurri, Maicon), ma amano i posti alla moda, come La Briciola in corso Garibaldi o Giacomo Bistrot. Ma per quanto potranno evitare il locale ufficiale di Adriano Galliani presidente, Giannino, dove miagolano le arrampicatrici in cerca d’ingaggio nel patetico demi-monde di Mora e Fede?
Lei, sempre scortata, non può portarlo ovunque. Non alle riunioni alla galleria Cardi Black Box, di cui Barbara è socia fondatrice con Nicolò Cardi e Martina Mondadori, e che continua a seguire. Comprese le discussioni col comitato curatoriale, Paola Clerico e Ilaria Bonacossa di Art at Work. Perché Barbara è assai presa dal contemporaneo, e ha cominciato a comprare, sicché la sua casa milanese avrà meno baldacchini, appliques, cineserie e travi a vista di Villa Belvedere a Macherio, e più design e angoli retti. Pato prenderà nota per i regali in tema. È un tal riccone da svergognare il Giovin Signore del Parini. Fu ingaggiato nel 2008, diciottenne, con un contratto quinquennale da 2 milioni l’anno. Ha Nike come sponsor personale. Guida un mostro di macchina da 110 mila euro, un’Audi RS6, 5 mila di cilindrata. E se a volte gli tocca andare in zone depresse come Soweto in Sud Africa, a donare campi di calcio con lo sponsor, con quel macchinone e altre meraviglie il mondo allegro è tutto loro. Almeno per un po’.
Lei non rinuncerà alla sua vita sociale classica. Matrimoni cortinesi con le sorelle Zoppas, feste in total white da Lucilla Bonaccorsi nella tenuta di Castelluccio in Sicilia di Lucio Bonaccorsi e Luisa Beccaria. Party assortiti con tanti "figli di": Nathalie Dompè e Geronimo La Russa, Paolino Ligresti e Francesca Versace, Margherita Missoni e Giovanni Tremonti. A volte insieme alla sorella minore Eleonora. Gli amici, a 26 anni, sono importanti più dei padri. Su Facebook Barbara ha un profilo con oltre 5 mila "mi piace", e in 2 mila la volevano presidente del Milan (c’è tutto il tempo), anche se sul social network, dettaglio non da poco, Barbara non usa il cognome Berlusconi.
Influenzerà il costume milanese, la giovane coppia glamour B & P? Qualche dubbio è lecito avanzarlo. A Milano ci sono pensieri più gravi, il traffico, l’inquinamento, il riciclaggio di denaro, gli insulti ai magistrati, l’enigma dell’Expo 2015. I milanesi ne hanno viste tante, inclusi i processi al papà capo del governo. E il cognome Berlusconi, in futuro, Moratti o non Moratti, potrebbe perdere fascino e importanza.
ha collaborato Mariaveronica Orrigoni