Mario Gerevini, Corriere della Sera 13/05/2011, 13 maggio 2011
RICUCCI, ZUNINO E LE MEGA-VILLE. L’«AFFAIRE» SALTATO IN SARDEGNA —
La Tradim di Luigi Zunino è stata condannata dal Tribunale civile di Milano a pagare circa 2,5 milioni di provvigione al mediatore che sette anni fa aveva favorito la vendita della villa di Porto Cervo a Stefano Ricucci. L’affare poi sfumò. Che cosa accadde? E perché c’è una sentenza oggi? Flashback, sette anni fa. L’incontro è fissato all’Hotel Cala di Volpe in Costa Smeralda ma la serata è così invitante che un tender trasferisce la compagnia sullo yacht ormeggiato a poca distanza. Un aperitivo, la luna, il Prosecco, cin cin e l’affare si conclude: Stefano Ricucci con a fianco Anna Falchi si accorda per comprare da Luigi Zunino, al prezzo di 21 milioni, la Sea Smile, un’unica proprietà a Porto Cervo che comprende tre ville vicine con piscina, accesso al mare, parco; insomma, categoria extralusso. Il contratto preliminare, redatto sul posto dall’intermediario che ha favorito l’operazione, viene firmato a bordo dell’Alexandra di Ricucci, 54 metri di barca che galleggiano di fronte alla spiaggia dell’Hotel Cala di Volpe. È l’epoca degli scalpitanti immobiliaristi, antesignani, per sobrietà, eleganza e portafoglio, degli attuali russi compratutto. È il 22 agosto 2004. Per definire i dettagli, di lì a poco il proprietario di Risanamento e il patron di Magiste, che si sono conosciuti proprio in questa occasione, si rivedranno sull’isola di Cavallo dove Zunino ha una casetta da pochi milioni di euro acquistata da Gianni Varasi. Scorre anche lì il bianco con le bollicine, i due si piacciono, cin cin e salta fuori l’affare Ipi. È l’ex società immobiliare della Fiat che Zunino è disposto a vendere e Ricucci a comprare. È quotata in Borsa. I due arrivano assai vicino all’accordo. Poi però nell’autunno 2004 passa Danilo Coppola che strapaga Ipi (non a caso lo chiamavano «er cash» ) e la soffia a Ricucci. Il patto del Prosecco va a farsi benedire, Zunino e Ricucci rompono. Sea Smile non cambia padrone. Con il cerino in mano (ma anche con un contratto preliminare firmato) ci resta il mediatore, il milanese Luigi Debrilli che rivendica le sue provvigioni e fa causa a Zunino. Molti particolari di questa storia emergono proprio da una sentenza del Tribunale civile di Milano depositata il 3 maggio scorso. È l’atto con cui il giudice Emilia Antenore condanna (in primo grado) la Tradim di Zunino (difesa da Franzo Grande Stevens e due avvocati del suo studio) a pagare quasi 2,5 milioni di provvigione al mediatore (assistito dagli avvocati Margherita Hurle e Stefano Baroni). Ricucci, invece, aveva regolarmente pagato la parte di sua competenza. Dunque Tradim ha perso la causa, anche se solo in primo grado. Eppure di questo contenzioso civile, con i suoi rischi, non sembra esserci traccia nei bilanci della Tradim, passati al setaccio da banche e advisor per la ristrutturazione del gruppo Zunino-Risanamento che quasi due anni fa ha scongiurato il fallimento chiesto dalla Procura. Tradim, oggi in liquidazione, è una delle holding della famiglia Zunino, era ed è azionista diretta di Risanamento. Dai bilanci degli anni scorsi (la causa è partita nel 2005) non solo non emergono fondi adeguati a coprire rischi legali, ma nemmeno una parola che descriva questo contenzioso. Nel bilancio 2008 (ultimo disponibile) a fronte di 13,3 milioni di fondo rischi, 11 sono relativi a imposte e 2,3 alla voce «altri» . La causa sulla villa di Porto Cervo non è di entità rilevante ma quanti altri rischi dell’ex gruppo Zunino (oggi banche) non sono ancora emersi o adeguatamente evidenziati? Intanto Sea Smile, con l’aggiunta di un’altra «villetta» , è stata venduta per 70 milioni a Victor Pinchuk, il numero due dei miliardari ucraini.
Mario Gerevini