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 2011  maggio 13 Venerdì calendario

Oltre 2 milioni vivono con il cancro e otto su dieci vogliono lavorare - I malati oncologici so­no tutti uguali

Oltre 2 milioni vivono con il cancro e otto su dieci vogliono lavorare - I malati oncologici so­no tutti uguali. Primo obbiet­tivo deve essere dunque quel­lo di eliminare le disparità di trattamento da regione a re­gione sia per le terapie sia per la disponibilità dei farmaci. Il principio dell’immediata di­sponibilità dei farmaci su tut­to il territorio deve valere per tutti i medicinali oncologici e non soltanto per quelli inno­vativi. La Favo (Federazione italia­na delle Associazioni di vo­lontariato in Oncologia) an­che quest’anno mette insie­me intorno ad un tavolo i mi­nistri della Salute, Ferruccio Fazio, del Lavoro, Maurizio Sacconi e degli Affari Regio­nali, Raffaele Fitto. Insieme non soltanto per presentare il terzo Rapporto sulla condi­zione assistenziale di chi è af­fetto da un tumore, aprendo la sesta Giornata del malato oncologico, ma soprattutto per fare il punto sui risultati raggiunti e per trovare nuove risposte ai nuovi bisogni. Nuovi perchè queste patolo­gie cambiano e devono cam­biare le risposte della scien­za, delle istituzioni e della so­cietà. Sono 2 milioni e 250.000 gli italiani che vivono con una diagnosi di tumore ma più della metà di loro ha ricevuto la diagnosi da almeno cinque anni. «Il cancro è diventata una malattia cronica - spiega il ministro Fazio - Quindi il trattamento di questa patolo­gia n­on deve essere più preva­lentemente ospedaliero ma deve invece trovare risposte sul territorio con percorsi già prestabiliti». Il Piano oncolo­gico nazionale è stato varato, prosegue Fazio, ed ora si trat­ta di monitorarne il funziona­mento. In cantiere anche una «rimodulazione» delle scuole di oncologia passan­do ad un sistema di 3 anni più 2 operativi. Fazio riconosce il grande contributo dato dalle associazioni di volontariato che, annuncia, «dovranno en­trare nel sistema del servizio sanitario nazionale»e sull’ac­celerazione per rendere tutti i farmaci disponibili garanti­sce il suo impegno. Il presidente della Favo, Francesco De Lorenzo, sotto­linea la volontà dell’80 per cento dei malati di tumore di continuare a lavorare.Su que­sto fronte l’impegno di Sacco­ni che ricorda come già nella Legge Biagi sia stata prevista la possibilità del part-time re­versibile. «Le imprese non de­vono vedere queste fragilità come un limite allo sviluppo - dice Sacconi- Dobbiamo es­ser rigidi con l’assenteismo e invece andare incontro alle esigenze dei malati. Sono pronto ad un modulo di ac­cordo con i sindacati che pre­veda un aumento del perio­do di conforto ma che allo stesso tempo ad esempio pre­veda di non pagare le assenze brevi ripetute magari il vener­dì ed il lunedì». Sacconi poi si è scagliato duramente contro il sistema troppo orientato sugli ospe­dali e troppo poco sul territo­rio. «Dobbiamo chiudere gli ospedali a cominciare da quelli piccoli e pericolosi - at­tacca Sacconi Troppe regioni non stanno andando avanti in questa direzione ed è un er­rore enorme perchè bisogna rafforzare l’assistenza sul ter­ritorio su un modello socio­sanitario e non più soltanto ospedaliero». Ancora non è possibile sta­bilire un costo sociale sul tota­le delle patologie oncologi­che. Una stima fatta dal Cen­sis con la collaborazionone della Favo riguarda il tumore alla mammella. Il costo socia­le complessivo riferito al 2010 per un anno è di 380 mi­lioni di euro per i nuovi casi e di quasi 2 miliardi per le per­sone con diagnosi di tumore «vecchia» di 5 anni. I big killer più temuti da me­dici e pazienti sono i tumori del colon-retto, della prosta­ta, del seno e dei polmoni. Per prevenirli niente fumo, poco alcol, tanta frutta, verdu­ra e cereali. No ai chili di trop­pe e sì all’attività fisica.