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 2011  maggio 13 Venerdì calendario

Dalle risse ai “bacini” il tifoso sposta milioni - Ora che la Lega di serie A è al tappeto, in campo resta il tifoso

Dalle risse ai “bacini” il tifoso sposta milioni - Ora che la Lega di serie A è al tappeto, in campo resta il tifoso. Unico (come vorrebbero le 5 big) o «trino» (come intende il gruppo delle 15), è sulla sua definizione che il calcio rischia di avvitarsi su se stesso. Tutto nasce da una legge e dai suoi paragrafi e dal conseguente obbligo per i venti club di A di dividersi il 25 per cento dei ricavi dalla vendita collettiva dei diritti tv (200 milioni di euro) in base al bacino di utenza di ogni singola società. Al conflitto epocale si è arrivati per colpa della parola «sostenitore» inserita nel provvedimento legislativo ogniqualvolta il riferimento va al tifoso. È colui che ha a cuore le sorti di una singola squadra, così Juve, Milan, Inter, Napoli e Roma. È colui che si appassiona, partecipa, simpatizza e che può provare emozione per un secondo o terzo club magari comprandone la maglietta o il cappellino, così le medio-piccole del campionato. Nel mezzo, stime e forbici demoscopiche che oscillano come i milioni di euro da spartirsi. Tre sono le agenzie di sondaggio individuate nella delibera della discordia: Doxa, Crespi e Sport Markt (quest’ultima, però, ha inviato una lettera alla Lega per chiedere chiarezza) saranno convocate all’inizio della prossima settimana dal gruppo dei «15» per definire i criteri dell’indagine. «Noi - spiega Vilma Scarpino, ad di Doxa - faremo un campionamento delle province italiane in modo che tutti possano esprimersi. Interrogheremo non meno di 30 mila persone con una serie di domande per capirne il grado di passione o partecipazione...». Il tifoso della Juve che ha a cuore le sorti anche della squadra della città dove è nato: questo è l’esempio del «sostenitore» così come viene vissuto dalla maggioranza della Lega. «Noi pensiamo che la figura del tifoso sia quella di chi potenzialmente ha la capacità di influenzare lo stesso mercato dei diritti tv. Andare allo stadio, ma anche seguire da casa la partita della squadra con la quale sente comunque un legame, questo è il nostro ragionamento», precisa l’avvocato Campoccia, legale dell’Udinese e in prima fila nella battaglia sui bacini di utenza a nome dei quindici. Tifoso appassionato e partecipe contro il tifoso del cuore. Le 5 big del nostro calcio, ieri, sono sbarcate di nuovo al Coni per presentare un nuovo ricorso che chiede l’immediata sospensiva della delibera adottata dal consiglio di Lega. Le stime ufficiose che arrivano dai quartieri generali delle cosiddette grandi raccontano di una perdita dai 30 ai 50 milioni di euro se la concezione del tifoso si allarga. La battaglia è solo all’inizio. Lunedì, a Milano, andrà in scena un’Assemblea dai colpi proibiti. Una prima contromossa è già servita: dal 2012 la commercializzazione di tutto ciò che non fa parte dell’eventopartita non sarà più collettiva. Tradotto: le grandi si venderanno da sole le interviste prima e dopo la gara e non solo. Una sfida come Chievo-Siena avrà un peso minore.