Giovanni Caprara, Corriere della Sera 10/05/2011, 10 maggio 2011
Nasce la casa che controlla le emissioni dannose e taglia i consumi - Il primo mattone della casa del futuro con tecnologie tutte italiane è stato posato a Fabriano
Nasce la casa che controlla le emissioni dannose e taglia i consumi - Il primo mattone della casa del futuro con tecnologie tutte italiane è stato posato a Fabriano. Qui è nato «Home Lab» , un laboratorio comune fra sette società più l’Università Politecnica delle Marche con l’obiettivo di dare corpo ad una parola, la domotica, fin qui più materia di discussione che pratica costruttiva. L’abitazione è il luogo nel quale si stanno concentrando gli sviluppi di numerose tecnologie sotto la spinta di almeno tre diversi motivi. Il primo è vivere meglio e con maggiori comodità, il secondo è legato al risparmio dell’energia e al controllo delle emissioni e il terzo riguarda l’invecchiamento sempre più consistente della popolazione che nella casa deve trovare sistemi più rispondenti alle particolari necessità. Le sette società (Ariston, Elica, Indesit, Loccioni, MR&D, Spes, Teuco) assieme all’Università hanno formato un distretto tecnologico che riunisce i rispettivi centri di ricerca al fine di elaborare progetti che integrino le loro specifiche competenze. Fino adesso ci si è rivolti alla realizzazione di apparecchi individuali molto perfezionati ma isolati nelle funzioni. Lo scopo è ora quello di mettere insieme le nuove tecnologie al fine di gestirle nel loro complesso; unica via per raggiungere il controllo dei consumi e della generazione di CO2, riducendoli. Un modello di riferimento è la prima casa a emissioni zero (Leaf House) energeticamente autosufficiente fabbricata dal Gruppo Loccioni ad Angeli di Rosora in provincia di Ancona e che da oltre un paio d’anni funziona come un vero laboratorio ospitando sei appartamenti. Uno dei particolari della Leaf House così battezzata perché «vive come una foglia» e dove i sistemi di climatizzazione sono autonomi e correlati all’ambiente esterno gestendo anche la qualità stessa dell’aria, è quello di recuperare l’energia prodotta in eccesso attraverso i vari sistemi (fotovoltaici, ecc.) e fornita all’Enel. Nell’arco di un anno il bilancio è confortante: le emissioni eliminate sono pari a 34.080 chilogrammi dei quali 20.860 risparmiati grazie all’efficienza energetica e 13.220 chilogrammi frutto del tetto fotovoltaico. I risultati ottenuti in questa prima fase sono oggetto di studio da parte dell’International Energy Agency per stabilire a livello internazionale i parametri necessari per definire un edificio non emittente CO2. «Home Lab è aperto ad altri partner nazionali e si presenta come una grande occasione per le imprese che realizzano prodotti o servizi per la casa— precisa Andrea Merloni presidente di Home Lab —. Le singole competenze se messe a sistema si moltiplicano in maniera esponenziale. Non abbiamo alcun gap tecnologico per competere con la concorrenza internazionale» . Oltre al risparmio energetico le ricerche avviate riguardano il controllo remoto degli apparecchi, le reti che devono unirli, la sensoristica che rileva il loro funzionamento e i sistemi di controllo dell’insieme. Giovanni Caprara