Roberto Perrone, Corriere della Sera 12/05/2011, 12 maggio 2011
LA FORZA DI DJOKOVIC: «IO SO CHE POSSO MIGLIORARE SEMPRE» —
Nole ha detto 33. «In totale 35. Una serie interessante, stimolante. Sinceramente non pensavo di poter arrivare a tanto. Il tennis ti consuma fisicamente, ma è un gioco mentale, se trovi le motivazioni vai avanti» . Novak Djokovic, 24 anni il 22 maggio, è alto ma non allampanato, conserva un sorriso lieve che profuma d’ironia e consapevolezza. Si siede sul divano senza mettere barriere tra sé e il dirimpettaio. Viene dall’esordio vincente con il polacco Kubot: 6-0, 6-3 e viatico per gli ottavi contro Wawrinka che ha liquidato Volandri. È l’uomo dell’anno e se si accaparra Roma (con Nadal fuori prima delle semifinali) diventerà numero 1. Da dicembre 2010, con i due singolari della finale di Davis, non si è più fermato. Sei titoli nel 2011, 35 match consecutivi vinti. Ha eguagliato Borg, punta McEnroe a quota 42. Parla un italiano chiaro e squillante. «Una volta me la cavavo anche con il tedesco, ora l’ho un po’ perso» . Mestiere di viaggi, dvd e letture, quello di Nole.
Cosa sta leggendo ora?
«Il nome non vi direbbe niente, è un filosofo serbo di tanti anni fa. Mi piace leggere libri che esprimano energia positiva. Tutti noi possiamo guardare il mondo da due prospettive, positiva e negativa. Io credo che nella vita sia meglio essere positivi» .
Crede in Dio?
«Sì, credo nell’energia che ha creato tutte le cose e nel posto dove andremo un giorno» .
Sul campo si diverte, prima di tutto.
«Fa parte della mia personalità, deriva dall’ambiente dove sono cresciuto con i miei genitori, i miei fratelli e gli amici. Non voglio perdere questo, ci si può divertire restando seri e professionali sul campo» .
Imitatore, dj, e che altro fuori dal tennis?
«Mi piace praticare altri sport, giocare a calcio, sciare» .
Lei poteva essere uno sciatore, i suoi avevano un ristorante sul monte Kopaonik.
«Mio padre, mio zio, mia zia erano sciatori professionisti, mio padre ha praticato un po’ di calcio. Nessuno ha avuto a che fare con il tennis. Strano» .
Se non fosse diventato un tennista, dunque?
«La mia più grande passione è lo sci, ho cominciato prima del tennis, a due anni. Ma in Serbia non abbiamo una struttura adatta a sostenere sciatori professionisti. Magari il calcio» .
E invece venne folgorato da Sampras sulla via di Wimbledon.
«Avevo 4 anni e lo vidi vincere uno dei suoi sette Championship. È stato il mio idolo, guardandolo mi è venuta la motivazione per diventare come lui, il migliore al mondo» .
Non si smette mai d’imparare.
«Puoi migliorare sempre, l’importante è avere voglia di farlo, nel lavoro e ancor di più nella vita. Da questo nasce il valore che gli altri ti riconoscono. Adesso sto giocando il miglior tennis della mia vita, ma so che posso giocare ancora meglio e questo pensiero mi fa tenere sempre i piedi per terra» .
Con il calcio come se la cava
«Abbastanza bene, per essere un tennista» .
Il Milan ha vinto lo scudetto, contento?
«Io sono rossonero e sono molto felice per lo scudetto» .
Il suo giocatore preferito?
«Tanti, ma continuo a seguire Kakà e spero che ritorni al Milan. E poi Ibra, naturalmente» .
Cosa le piace dell’Italia?
«Tutto. È uno dei più bei Paesi al mondo. Sono stato in tanti posti, anche piccole città, e l’Italia mi è piaciuta ovunque. Mi piace la mentalità, è molto vicina a quella serba. E poi si mangia benissimo» .
I l c i b o c h e ama di più?
«Qualche specialità serba e poi la cucina giapponese e thailandese »
È bravo come cuoco?
«Abbastanza ma non ho molto tempo» .
Se n’è andato di casa che era poco più di un bambino, ha girato e gira il mondo. Come ha mantenuto questo carattere?
«Vivendo accanto a persone che mi vogliono bene, che mi dicono la verità sulla vita. Persone con cui posso crescere. Il successo può cambiare una persona, ma io resto fedele al ragazzo che ero» .
Lei crede nella famiglia?
«È il più importante valore della vita, dà il senso all’esistenza. Un giorno, quando sarò un po’ più tranquillo con il tennis, voglio averne una mia, con dei bambini» .
Cosa non le piace del tennis?
«Proprio questo, che abbiamo poco tempo libero. Dovremmo metterci insieme, con i migliori, e parlarne. Ma adesso è impossibile mollare, se vuoi diventare numero 1 devi giocare sempre» .
Il suo pregio migliore?
«Non mi piace parlare di me, lo lascio agli altri, ma ho sempre cercato di comunicare con tutti» .
Quali sono i suoi obiettivi?
«Diventare il numero 1 al mondo e per quest’anno continuare a vincere, magari un altro Slam» .
Quale?
«Wimbledon è il mio sogno, ma anche il Roland Garros non è male» .
Come arrivare allo splendore sull’erba?
«L’erba non è una superficie ideale per me, ma giocarci, insistere, mi aiuta. Per vincere Wimbledon devo migliorare il servizio, essere più aggressivo, andare a rete. È un processo di crescita» .
Una volta Agassi a Wimbledon venne con Barbra Streisand. Lei con quale attrice andrebbe a cena?
«No, ho la ragazza, poi si arrabbia» .
Allora vada a cena con lei: colonna sonora?
«Bocelli e Ramazzotti, visto che siamo in Italia» .
Le imitazioni migliori del suo repertorio?
«Sharapova e Nadal» .
Roberto Perrone