Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 12/5/2011, 12 maggio 2011
IL FATTO DEL GIORNO - 12 MAGGIO 1957
Fine della corsa. La più bella del mondo, 1600 chilometri Brescia-Roma e ritorno, la Mille Miglia dei miracoli, dei bolidi luccicanti attraverso il cuore d’Italia, finita in uno schianto mortale il 12 maggio ’57, sull’ultimo rettilineo prima del traguardo. Si chiude a Guidizzolo, sulla strada napoleonica Mantova-Brescia, la storia della Mille Miglia, tra corpi maciullati, travolti da quella Ferrari 335 S impazzita, che sbanda, salta la carreggiata e piomba sulla folla assiepata sul ciglio della strada. Al volante della rossa, il nobile spagnolo Alfonso de Portago, eclettico sportivo col “naturale bisogno di adrenalina”, olimpionico di bob e di scherma, pilota playboy noto nel jet-set per la sua love story con Linda Christian, tradito da un pneumatico assassino scoppiato a pochi passi dalla meta e stritolato nelle lamiere. Ultimo atto della “gara del mondo”, 30 anni di leggendarie galoppate e di drammatici crash, archiviati definitivamente in un pomeriggio di sole e di morte, nel lutto e nel mistero di un incidente mai chiarito. Neppure nelle aule di Tribunale, dove lo stesso Enzo Ferrari, sotto accusa in un primo tempo per l’incauto utilizzo di gomme inadatte al bolide da corsa, verrà poi assolto.