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 2011  maggio 12 Giovedì calendario

UN SISMA SI PUO’ PREVEDERE?


La profezia del terremoto a Roma non si è avverata: non c’è proprio modo per prevedere questi fenomeni?

No, non è possibile prevedere i terremoti. La complessità dei fenomeni che li generano non permette, allo stato attuale delle conoscenze, di prevedere con esattezza dove e quando avverrà un terremoto di una certa magnitudo. Si possono fare però delle previsioni probabilistiche: si può stimare la probabilità che si verifichi un terremoto di una certa magnitudo, in un determinato intervallo di tempo e in una certa area. Ed è ciò che in Italia fanno gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), aggiornando di continuo i propri dati.

Su cosa si sta concentrando la ricerca per colmare questo vuoto predittivo?

La ricerca ha fatto molti passi avanti nello studio dei terremoti. Prima di riuscire a prevederli, però, si deve capire meglio il processo fisico alla base. Si conosce come e dove si accumula l’energia, ma non sappiamo ancora cosa accade nei giorni e nei minuti prima che inizi la rottura sulla faglia. Studi recenti fanno pensare che sia molto importante il ruolo dei fluidi profondi (acqua e anidride carbonica): una variazione della pressione nelle fratture e nei pori delle rocce in profondità può «indebolire» la faglia e farla muovere prima di quanto ci si possa aspettare. Ma c’è ancora molto fare.

C’è qualcosa di vero nella teoria di Raffaele Bendandi sul legame tra terremoti e allineamento dei pianeti?

No. Secondo la teoria di Bendandi «il sisma avviene quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare l’azione del nostro satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti». Sarebbero la Luna, il Sole e gli altri pianeti, a provocare rigonfiamenti della superficie terrestre: in questo modo si spiegherebbero i movimenti tellurici e quindi i terremoti sarebbero prevedibili. Ma anche se in linea di principio tutti i pianeti del sistema solare esercitano un’influenza gravitazionale sulla Terra, le energie in gioco sono troppo piccole per riuscire a scatenare terremoti.

È vero che gli animali percepiscono prima quando sta per arrivare un terremoto?

È una leggenda metropolitana. Gli animali non hanno alcun potere predittivo. Da anni gli scienziati studiano il comportamento degli animali dinanzi a un terremoto, ma fino ad oggi non esistono dati scientifici validi. Ma non mancano aneddoti e teorie di alcuni biologi convinti che in qualche modo gli animali percepiscono l’arrivo di un sisma.

Può essere utile misurare la presenza di gas radon nella previsione dei terremoti?

Sono più di 30 anni che gli scienziati studiano le fuoriuscite di radon per predire i terremoti. In occasione del terremoto a L’Aquila è esplosa una polemica sul fatto di considerare il rilascio di gas radon come precursore di un sisma. Ma la ricerca ha trovato in alcuni casi correlazioni significative e in altri no. Quindi può essere utile continuare a studiarlo, come stanno facendo gli scienziati dell’Ingv, ma ancora non si può considerarlo come uno strumento per predire data e luogo di un terremoto.

Le maree hanno un qualche ruolo nei sismi?

Così come nella teoria di Bendandi sull’allineamento dei pianeti, anche la correlazione tra maree e terremoto è molto debole. Anche in questo caso le forze prodotte dalle maree terrestri sono di solito di piccola entità e risulta difficile calcolare le variazioni necessarie alla produzione di fratture sismiche. Alcuni studi hanno trovato piccole correlazioni, ma niente che ci possa permettere di prevedere data, luogo e intensità del sisma. Ecco perché gli scienziati concordano sull’impraticabilità di questa strada.

Un terremoto può causarne un altro a distanza?

La teoria secondo cui i terremoti possono essere «contagiosi» è sostenuta da uno studio dell’università del Michigan. I ricercatori avrebbero scoperto che i grandi terremoti nelle zone continentali non avvengono mai nello stesso posto, ma «migrano» lungo i sistemi di faglie. In pratica, secondo lo studio i grandi terremoti in una faglia potrebbero aumentare lo stress in quelle collegate, rendendole più suscettibili di creare un altro evento. Secondo questa teoria, ancora tutta da valutare, le faglie sono accoppiate meccanicamente: al diminuire dello stress in una, aumenta la pressione nell’altra.

Se non si possono prevedere i sismi, allora come facciamo a proteggerci?

Da molti anni gli esperti hanno capito che l’unica arma per convivere con i terremoti è quella della prevenzione: preparazione al terremoto, rinforzo degli edifici antichi, nuove costruzioni antisismiche. Per fare una buona prevenzione, secondo l’Ingv, è necessario continuare a studiare la pericolosità sismica che è di fatto l’unica previsione a lungo termine. E in queste ricerche il nostro Paese ha raggiunto livelli di eccellenza mondiale.