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 2011  maggio 11 Mercoledì calendario

L’agente letterario? Cercatelo al cinema - Un nome ha fatto capoli­no tra le righe del gos­sip degli ultimi giorni circa il divorzio - o la scappatella - di Anto­nio Pennacchi, il qua­l­e dalla Mondadori è passato alle bra­mose braccia di Dalai Editore

L’agente letterario? Cercatelo al cinema - Un nome ha fatto capoli­no tra le righe del gos­sip degli ultimi giorni circa il divorzio - o la scappatella - di Anto­nio Pennacchi, il qua­l­e dalla Mondadori è passato alle bra­mose braccia di Dalai Editore. Il no­me del suo agente letterario: Simone Morandi. Pennacchi non ne aveva mai avuto uno, tuttavia adesso se l’è procurato e sembra con ottimi risul­tati. E qualcuno si è chiesto: ma chi è Simone Morandi? Perché un pre­mio Strega come Pennacchi (l’anno scorso con Canale Mussolini ) non si è rivolto ad agenzie più celebri e/o fami­gerate, magari per l’antipatica ma re­munerativa cura con cui blindano sotto copyright ogni sillaba dei loro protetti, foss’anche un trafiletto in cro­naca su un quoti­diano locale? Al nord ce ne sono pa­recchie e i due edi­tori in questione, in fondo, sono milane­si. La risposta è che anche Morandi è un’agenzia lettera­ria di peso. Ma sic­come sta a Roma e fa parte di quella mi­nuscola fetta di agenzie che stanno con successo a ca­vallo tra il mondo del cinema e quello della letteratura, a Milano (dove si vi­vac­chia ancora sul­le macerie chic del­l’industria cultura­le degli anni ’70) hanno osservato l’intera scena con sufficienza. Si sa come vanno queste cose:l’etica pro­testante, lo spirito del capitalismo, il nord... e intanto il mondo gira da un’altra parte. Tira aria di un immi­nente guerra di royalties tra Milano e Roma, con quest’ultima che si ap­poggerà sempre di più alla vantaggio­sa contiguità con lo show business per coccolare meglio i propri autori. Ce n’è abbastanza per approfondire. Lo studio di avvocati Cau-Moran­di- Minutillo Turtur ha una storia di oltre mezzo secolo. Gio­vanna Cau, oggi 88en­ne, è stata l’agente di Mo­ravia, Pratolini, Bassani, e intanto lavorava con Fellini, Scola, Mastroianni. A Roma lette­ratura e cinema sono sempre stati più amanti che altrove, sovente han­no condiviso stessa casa e stesso let­to. Un retroterra ideale per sfruttare appieno l’ultimo trend riguardo i di­ritti d’autore: farli lavorare a 360 gra­di, soprattutto nel cinema e nella fic­tion televisiva. «Oggi- ci spiega Simo­ne Morandi - alcune case di produ­zione cinematografica lavorano in larga percentuale a partire dalla nar­rativa. Pensiamo a Cattleya, e alle rie­l­aborazioni cinematografiche e tele­visive di Romanzo criminale , tanto per citare un esempio di livello. A vol­te, se la storia lo consente, può essere vantaggioso prova­r­e a pubblicarla pri­ma in forma di ro­manzo e poi tenta­re la strada del cine­ma. Quando la sto­ria si è affermata su­gli scaffali delle li­brerie è molto più veloce trasformar­la in un film». Tra gli autori seguiti dal­l’agenzia ci sono Giancarlo De Catal­do, Ivan Cotroneo (di culto in egual mi­sura per il romanzo Cronaca di un disa­more e per la sce­neggiatura della fic­tion Tutti pazzi per amore ), l’attore e re­gista Silvio Mucci­no e la sua sceneg­giatrice Carla Van­gelista, romanziera in proprio (ma i due usciranno in autunno con un «quattro mani» per Mondadori), Paolo Sorrentino, anche lui sdoppiato in ro­manziere e regista, Carla Signoris, Li­cia Troisi ( la sua sa­g­a fantasy La ragaz­za drago potrebbe trasformarsi in progetto di un fiction televisiva mol­to sperimentale). Ciò porta acqua principalmente al mulino degli autori, che non vedono ancora decollare il formato ebook: «È fantastico. Prendi soldi in cambio di niente» dicono James Ellroy e Bret Easton Ellis ogni volta che un loro li­bro viene opzionato per il cinema o la tivù. Di fatto la bravura di un agen­t­e è far fruttare al massimo i contenu­ti su tutti i canali di comunicazione, anche solo opzionandoli (alcuni si spingono all’estremo e arrivano a vendere frasi dei loro autori a produt­tori di T- shirt).D’altra parte,Moran­di si stava occupando assieme a Gianluca Seghetti (commercialista di Latina, amico di Pennacchi), dei diritti cinematografici di Canale Mussolini quando gli è capitato il col­paccio Dalai. «Sto cercando di con­vincere anche Dario Argento a scrive­re qualcosa, perché secondo me uscirebbe qualcosa di interessante ­ci racconta - . Non sarebbe male che anche Asia Argento riprendesse a scrivere. Pennacchi, dal canto suo, non ha mai nascosto di non essere del tutto soddisfatto dell’adattamen­to del Fasciocomunista ( Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, ndr ) e senz’altro intende partecipa­re alla rielaborazione cinematografi­ca di Canale Mussolini ». C’è chi si aspetta una miniserie di due puntate, che valorizzerebbe il ro­manzo più di altre operazioni prolis­se (come sono state fatte, però a ra­gion veduta, per I pilastri della terra di Ken Follett),ma forse prima arrive­rà un’altra sorpresa: non è detto che, oltre i due titoli che ripubblicherà Da­­lai, non ne spunti prossimamente an­che un terzo, in fondo prima del Ca­nale c’è sempre una Palude ... «So’ co­me er contadino che porta i pomodo­ri al mercato» ha detto Pennacchi nel vortice delle polemiche. Ma di­ciamola tutta: oggi puoi avere i po­modori più belli della piazza, ma è il tuo commercialista che fa la differen­za.