Luca Liverani, Avvenire 12/5/2011, 12 maggio 2011
STRADE, UNA STRAGE MONDIALE
Una strage che ogni giorno nel mondo fa tante vittime quante gli attentati dell’11 settembre. Famiglie distrutte, dolore che dilaga, e perfino danni per l’economia. È lo stillicidio degli incidenti stradali, una piaga in ascesa che, senza uno sforzo globale, rischia di guadagnare posizioni nella luttuosa classifica delle cause di morte. Oggi al 9° posto, la morte provocata dai mezzi di trasporto tra meno di vent’anni potrebbe risalire addirittura al 5°. Tremila morti ogni giorno, più di un milione e 300 mila l’anno, 50 milioni i feriti. Dati impressionanti. Che hanno spinto le Nazioni Unite a indire il decennio di iniziative 2011-2020, affidate in Italia all’Aci, al Ministero della Salute e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’Automobile Club ricorda che in Italia si contano annualmente più di 4 mila morti e 300 mila feriti sulla strada. Le ripercussioni sono economiche oltre che sociali: i costi degli incidenti sfiorano il 3% del Pil mondiale, 500 miliardi di dollari l’anno. È il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, a presentare le linee guida delle iniziative concordate. «La carenza di risorse – dice – non può giustificare l’immobilismo, perché 1 euro speso per la sicurezza stradale ne frutta 20 in risparmio di spesa sociale. Si può evitare un sinistro fatale su tre con investimenti finalizzati alla sicurezza delle infrastrutture ».
Sull’agenda dell’Onu c’è una lista di impegni: strategie e obiettivi nazionali di sicurezza stradale, più tutela di pedoni, ciclisti e disabili, quindi interventi sui veicoli per prevenire e attutire i danni, infine nuove azioni formative sui dispositivi di sicurezza, la guida in stato di ebbrezza e il superamento dei limiti di velocità.
Il logo della campagna internazionale è un piccolo rombo giallo, simile al nastro rosso della lotta all’Aids. Tra i testimonial ci sono il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, e il sindaco di New York Michael Bloomberg che compaiono nel video che accompagna il lancio del «Decennio».
Qualcosa si sta muovendo nella direzione giusta. «Le modifiche del Codice della strada stanno dando i risultati sperati», spiega il presidente della commissione Trasporti della camera, Mario Valducci che cita dati non ancora ufficiali di polizia e carabinieri da quali emerge una riduzione della mortalità sulle strade intorno al 12%. «Ma ci sono categorie più deboli come i pedoni – aggiunge – per i quali gli incidenti non diminuiscono. Preoccupa inoltre l’eccesso di concorrenza nel settore dell’autotrasporto, con lavoratori non italiani che vanno oltre l’orario e causano incidenti ». Tra le ipotesi allo studio per contrastare il rischio incidenti c’è l’introduzione nel codice penale della nuova fattispecie di «omicidio stradale»: «Non si tratta di una volontà giustizialista – assicura l’esponente del Pdl – ma di un’azione di deterrenza perché chi è ubriaco o drogato non si metta alla guida».
Gli enti locali però chiedono aiuto: «Il governo centrale deve accompagnare la campagna Onu con un impegno finanziario – dice il sindaco di Perugia e responsabile Trasporti e mobilità dell’Anci, Wladimiro Boccali – perché non si può contemporaneamente chiedere ai Comuni di essere centri di risparmio e poi lasciare l’onere completo degli investimenti». Il 76% degli incidenti avviene - spiega - in ambito urbano, mentre «i risultati migliori al momento sono stati ottenuti sulle grandi vie di comunicazioni. Occorre quindi dedicarsi alle città e alla sicurezza di soggetti deboli come pedoni e ciclisti».