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 2011  maggio 12 Giovedì calendario

FACEBOOK CERCA DI ENTRARE IN CINA

Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, si è fissato un obiettivo ambizioso: un miliardo di internauti iscritti al suo social network. Per raggiungere questo obiettivo è difficile non passare dalla Cina. È per questo che la società californiana il mese scorso, secondo il portale cinese Sohu, avrebbe stretto un accordo con Baidu, leader dei motori di ricerca nell’ex Celeste impero (fatturato 2010: 1,19 miliardi di dollari).
Che la partnership si concretizzi o meno, l’interesse di Facebook per la Cina è innegabile. Zuckerberg vi si è recato lo scorso dicembre, ufficialmente per una vacanza. Ma durante il soggiorno ha incontrato i dirigenti di Sina, il portale che ha fondato il colosso cinese del commercio online Taobao e Robin Li, numero uno di Baidu.
In febbraio Facebook ha aperto degli uffici commerciali a Hong Kong, dove la censura di Pechino non arriva, per «continuare a costruire la propria presenza nella regione».
Dal luglio 2009 in effetti il celebre social network è bloccato dalla grande muraglia della censura. Facebook peraltro è in buona compagnia: la mannaia dei controlli si è abbattuta anche su Twitter e su YouTube. Per i giganti del web Usa la sfida è ardua e già molti di essi (emblematico il caso di Google) si sono scontrati con la dura realtà locale.
Oggi l’86% delle richieste degli internauti cinesi passa attraverso i servizi di Baidu. E la concorrenza tra gli attori locali resta feroce. Praticamente ciascuna società della Silicon Valley ha in Cina il proprio alter ego: eBay ha dovuto abbandonare le sue ambizioni davanti al bulldozer Taobao, che controlla il 75% del commercio online del paese. Google si è fatta annientare da Baidu. E Facebook dovrà avere a che fare con una concorrenza numerosa e agguerritissima.
Oltre al social network Renren, che ha appena debuttato alla borsa di New York, c’è Tencent (giro d’affari 2010: 2,9 miliardi di dollari), che ha lanciato QQ, il più popolare programma di instant messaging in Cina. Twitter ha il suo omologo in Weibo, che dal suo lancio nel 2009 ha conquistato il 56% del mercato locale del microblogging. Quanto al sito americano Groupon (gruppo di acquisto online), esso ha già migliaia di cloni cinesi, uno dei quali ha addirittura depositato il marchio groupon.cn.
Stimato in 3,7 miliardi di dollari (2,5 miliardi di euro) nel 2010, il mercato cinese della pubblicità online dovrebbe raddoppiare entro il 2013.
La battaglia è appena cominciata.