STEFANO ZAINO , Repubblica 10/5/2011, 10 maggio 2011
SE IL PEGGIORE INCUBO SI FA REALTÀ LA SAMP NON RIESCE PIÙ A CREDERCI
Villaggio, sostenitore vip, cita Fantozzi, ragioniere surreale e sfortunato. Tanti tifosi della strada, parlando del contestato presidente Garrone, pensano più a Tafazzi, quello che si dava le martellate, lasciando andare via in estate il portiere Storari e privandosi a campionato in corso delle stelle Cassano e Pazzini, più della metà del serbatoio tecnico della Sampdoria e la quasi totalità in fatto di reti. La città blucerchiata è choccata, spaventata, probabilmente anche rassegnata: da tempo ha preso coscienza del suo dramma, della sua incredibile e irrefrenabile picchiata verso il baratro della B e ieri si è svegliata capendo che non c´è limite al peggio. Perché nel film dell´orrore che è questo anno terribile, davvero il destino pare divertirsi a infierire. L´ultimo respiro è diventato sinonimo del tracollo epocale. Si possono anche perdere i gironi di Champions, dopo averli faticosamente inseguiti per un anno, con una cavalcata straordinaria e uno storico quarto posto, ma se ti capita nei minuti di recupero, quando la festa nel tuo stadio è già cominciata, il Werder Brema annientato, è altamente drammatico. Possono sfuggire, ma non così, in una calda serata d´agosto in cui il diavolo Rosenberg (una riserva della squadra tedesca, ceduto subito dopo) trasforma il tuo mondo in un inferno. E si può perdere un derby, ancorché morbido, dove il Genoa più che agire sembra lasciar fare, dove i tifosi avversari si dannano, perché vogliono la tua retrocessione, mentre i giocatori esitano nel premere il grilletto e decretare la tua fine, si può affondare per mano degli odiati cugini, ma non al settimo minuto di recupero, con una rete dell´oscuro Boselli, mai una gara da titolare, quando invece sei tu che stai provando a vincere e la tua gente spera nella miracolosa salvezza.
Peggio di così, Fantozzi o Tafazzi poco importa, è impossibile. Sembra tutto scritto in un Grande Libro, il volume che vuole la tua distruzione, figlio comunque dei tuoi tanti errori (squadra smantellata a gennaio, l´allenatore Di Carlo cacciato sotto la spinta dei tifosi, giocatori incapaci di reagire, di segnare e di vincere, con 10 punti nelle 17 gare del ritorno), e mentre pensi che la pretende nella maniera più amara possibile, vengono in mente anche alcune coincidenze inquietanti, quattro retrocessioni nella tua storia e sempre negli anni doppi, il ´66, il ´77, il ´99 e ora il 2011, con sei allenatori pelati in panchina, gli storici Baldini e poi Bernardini nella prima caduta, Bersellini nella seconda, l´allora inesperto Spalletti nella terza e un presente diviso fra Di Carlo e Cavasin, tecnici che senza scomodare Sansone non hanno trovato la forza per salvare la nave che affonda. Curiosità da brividi, oltre all´irruzione nella storia del calcio italiano, seconda squadra dopo il Chievo (guidato allora da Del Neri, lo stesso che ha portato la Samp in Europa) a passare in meno di un anno dai preliminari di Champions alla serie B.
Lo choc nei tifosi è forte, come la paura di dire addio per tanto tempo al pallone che conta, visto che, come dice Fascetti, «la B sarà un inferno e un massacro economico». Certo, ci sarebbe ancora una speranza: Palombo, il capitano, ieri ha invitato la squadra a non mollare, giovedì lo spogliatoio si trasferirà per la terza volta nel ritiro di Novi, l´aritmetica dice che se il Lecce perde a Bari e la Samp batte il Palermo la salvezza è ancora possibile, ma nella depressa città blucerchiata nessuno si illude e anzi, visti i precedenti, dal Werder al Genoa, crederci è quasi un terrore. Semmai si ascolta l´ennesimo proclama della famiglia Garrone: «Resteremo anche in caso di serie B e punteremo all´immediata risalita». Continuità societaria, dopo aver fatto piazza pulita nello spogliatoio. Messaggio utile. Da capire se basterà ad arginare la rabbia di una tifoseria che ha perso la pazienza. E si sente tradita.