Alberto Vaccaro, GQ maggio 2011, 11 maggio 2011
LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA
Fino a pochi anni fa qui sgorgava birra e dal prossimo giugno spillerà acqua calda, ma niente facce cupe: si parla di una cosa molto "green". Nella vecchia fabbrica di cervogia Scottish & Newcastie, a Newcastle Upon Tyne, città nel Nord-Est dell’Inghilterra di quasi 300 mila abitanti, fondata dai Romani, è stata installata una trivella che dalla fine di febbraio ha iniziato a praticare un foro per raggiungere una falda d’acqua, a due chilometri di profondità, che si trova alla temperatura di ottanta gradi, grazie al riscaldamento geotermico (il naturale calore di Madre Terra). Con quest’acqua Newcastle riscalderà i 100 mila metri quadrati della Città della scienza in cui sorge l’ex fabbrica di birra (ora Science Central, struttura dedicata allo studio della sostenibilità), nonché vaste zone del centro. Eldon Sanare, il più importante centro commerciale di Newcastle e probabile cliente del nuovo sistema di riscaldamento a zero emissioni, virtualmente inesauribile, la userà per riscaldare i suoi 140 negozi.
Questo progetto da poco più di un milione di euro è l’ultimo, in ordine di realizzazione, di un programma di sviluppo sostenibile che ha fatto guadagnare a Newcastle, per il secondo anno consecutivo, il primo posto nella clas- sifica delle città più "verdi" del Regno Unito, stilata dall’organizzazione Forum for the Future. Nel piano d’azione per il decennio 2010-2020 appaiono varie misure ancora da realizzare, altre già in opera o in avanzata fase di sviluppo. Fra queste, l’abbassamento a 20 miglia orarie del limite di velocità nelle aree residenziali, che nelle altre città inglesi è di un terzo più elevato, e l’estensione delle piste ciclabili; l’installazione, tuttora in corso, di 580 punti di ricarica per automobili elettriche; l’aumento di riciclaggio e compostaggio dei rifiuti, già a quota 37%.
Newcastle, infine, ha dichiarato guerra alla morìa delle api registrata in tutto il mondo, di cui non si conoscono le cause e che negli ultimi anni ha cancellato milioni di colonie: un fenomeno che desta più di una preoccupazione, dal momento che questi insetti sono responsabili dell’impollinazione di un terzo di ciò che mangiamo. La città perciò ha preso molto sul serio la questione e ha deciso non soltanto di riorganizzare le aiuole municipali per potervi installare alveari, ma anche di destinare alcuni orti urbani a "giardini delle api". Bambini non ammessi.