BRUNO RUFFILLI, LA Stampa 11/5/2011, 11 maggio 2011
Il cuore del primo Apple batte di nuovo - Sul palco un’attrice declama numeri e simboli, lettere
Il cuore del primo Apple batte di nuovo - Sul palco un’attrice declama numeri e simboli, lettere. Appena più in là, un computer li decifra; pochi secondi e sul video compare una scritta: «Hello, Polito». Polito è il Politecnico di Torino, il computer è un Apple 1, primo calcolatore del marchio della Mela, lanciato nel 1976 e prodotto in soli duecento esemplari. Quello dell’imprenditore torinese Marco Boglione - il numero 82 - ieri è tornato in vita dopo un restauro lungo e complesso, quasi fosse stato un affresco vecchio di secoli. «Non basta sostituire i componenti danneggiati hanno spiegato gli esperti del Politecnico - servono transistor e microchip costruiti proprio in quell’anno, altrimenti si rischia di creare un falso storico». Circondato da cavi e circuiti, il vecchio computer ha tentennato un po’ ma poi è partito mostrando due parole su un monitor bianco e nero d’epoca. Dal pubblico sono partiti applausi scroscianti: altro che video a tre dimensioni, full hd e suono surround. A vederlo, anzi, l’Apple 1 non sembra nemmeno un computer: è una scheda verde scuro, grande all’incirca come un portatile, senza tastiera né monitor (e nemmeno alimentatore). Il suo primo segno di vita non è un suono, non c’è la mela morsicata che compare sui suoi lontani pronipoti odierni, ma appena una chiocciolina, anche se allora il web esisteva solo nei libri di fantascienza. Boglione, patron di Basic.net, ha acquistato l’Apple 1 lo scorso novembre a un’asta di Christie’s per 157 mila euro, insieme con la confezione originale e una lettera autografa di Steve Jobs: va ad aggiungersi a una collezione che conta oltre trecento pezzi tra software e hardware. «La storia di Apple - riflette - mostra che non solo è possibile unire follia e imprenditoria, ma è proprio così che si deve fare». Pigia un bottone rosso e racconta: «Questo computer ha dato il via a una rivoluzione, rendendo l’informatica alla portata di tutti. Grazie a Wozniak, Jobs (fondatori di Apple, ndr.), ma anche a Bill Gates, oggi il mondo è più libero. E se la rivoluzione egiziana ha potuto affermarsi lo dobbiamo a chi ha inventato il pc e Internet, prima ancora che a Facebook». Come puntualizza il rettore Profumo, anche il Politecnico di Torino ha giocato un ruolo importante nella rivoluzione informatica, istituendo cattedre specialistiche, registrando corsi per la tv col consorzio Nettuno. E acquistando computer enormi e costosissimi. Ieri erano esposti nell’Aula magna, nostalgici souvenir di un tempo che fu. Oggi un cellulare da pochi euro è decine di volte più potente.