Camillo Langone, Libero 11/5/2011, 11 maggio 2011
MAURIZIO MILANI, L’ANTIDOTO ALLA LITTIZZETTO
Io sono un dualista, un manicheo, non conosco le sfumature e divido il mondo con l’accetta: a chi piace Maurizio Milani e a chi piace Luciana Littizzetto. Non concepisco l’esistenza di un essere umano a cui possano piacere entrambi, non ci crederei nemmeno se me lo presentassero.
Se i due si sono sfiorati durante qualche stagione di “Che tempo che fa” si trattò chiaramente di un equivoco, Fabio Fazio non è una cima e gli ci èvoluto del tempo a capirlo però quando l’ha sgamato, quando ha identificato Milani come cripto-leghista e per giunta cattolico praticante ecco che lo ha sbattuto fuori dallo schermo dividendo per sempre i destini di quelli che erano i suoi comici di punta: lei in televisione e lui sui piccoli giornali, lei in Mondadori e lui coi piccoli editori come Aliberti che gli ha appena stampato Chi ha ciulato la Corrente del Golfo?, lei in cima alle classifiche e lui nemmeno pervenuto, lei a guadagnar soldi con la pubblicità degli ipermercati che fanno fallire i negozi di vicinato e lui a spender soldi al bar di Codogno bevendo Campari coi negozianti falliti.
Ma quale«piccolo paese»
A proposito: lo sapete dov’è Codogno, vero? Lo spero vivamente, cercate di non farmi innervosire, l’altro giorno mi ha telefonato un gallerista per invitarmi a vedere un’imperdibile (secondo lui) mostra di pittura organizzata «a Codogno, un piccolo paese fra Lodi e Piacenza» e io mi sono inalberato: Codogno «piccolo paese»? Ma come si permette? A parte che conta 15.000 abitanti, popolazione che in Sardegna basta e avanza per diventare capoluoghi di provincia, Codogno è il luogo natale di Maurizio Milani, non so se mi spiego. Un giorno forse la chiameranno Codogno Milani così come oggi ci sono Castagneto Carducci, Sasso Marconi, Arquà Petrarca...
Nel frattempo, bisogna riconoscerlo, il nostro eroe se lo filano in pochi. Non ci vuol molto per capire il motivo, basta leggersi la prima paginetta del libro appena uscito: «Le banane a chilometro zero non esistono. Però siccome adesso va di moda questa pirlata qui, le facciamo anche noi in Piemonte. Pannelli solari a manetta tutto il giorno. Per produrre un chilo di banane spendiamo 23.000 euro. Costo del prodotto: 5 euro. Bravi!».
Poche righe sufficienti a inimicarsi qualche milione di persone ovvero i seguaci di Carlo Petrini, gli adoratori di Oscar Farinetti, i devoti di Slow Food. Non è questo il modo per sedurre la clientela della catena Feltrinelli. Se avesse un agente, ma un agente non ce l’ha, Milani sarebbe stato preso per la collottola e costretto a confezionare un primo capitolo contro Berlusconi, quello sì che avrebbe funzionato: pile di volumi alla Laterza di Bari! mucchi di copie alla Arion di Roma! colonne Aliberti alla Hoepli di Milano!
Ma niente da fare, al contrario della Littizzetto non è un autore compiacente, non è ammiccante, non liscia la bestia (il pubblico) dalla parte del pelo. Lo chiamano comico eppure per le masse è innanzitutto una fonte di fastidio. Fiondatevi all’ultima pagina e ditemi se non è vero: «I mafiosi sono diventati miliardari infrangendo il Codice penale. Gli antimafiosi sono diventati miliardari con libri, convegni e incarichi pubblici. A noi che non siamo niente hanno venduto le obbligazioni Parmalat, Cirio e Giacomelli».
Così si è giocato i magistrati, non so quanti siciliani e tutti i lettori di Travaglio e di Saviano vale a dire altri dieci milioni di lettori potenziali buttati al vento per godersi il piacere della libertà di espressione. Non conta che abbia preso le parti dei perdenti, dei truffati: i perdenti e i truffati non leggono, almeno a giudicare dalle classifiche.
E neppure vanno a teatro, a teatro ci vanno gli ammiratori di Nichi Vendola, altrimenti Milani non sarebbe costretto ad arrangiar seratine nei circoli ricreativi della Bassa Lodigiana: gli elettori lombardi del centro-destra la sera stanno a casa in ciabatte, a ciucciarsi la televisione confezionata dai romani di sinistra. La vita è dura per gli autoctonisti se nemmeno gli autoctoni li riconoscono e li sostengono. Se sei la voce dei bar padani come lo fu Max Pezzali, come lo è Davide Van De Sfroos, ma con la differenza che a te, sul palco del festival di Sanremo, non ti vogliono nemmeno in fotografia.
Merita un sussidio dallo Stato
E sì che bisognerebbe dargli uno stipendio, Tremonti dovrebbe accorgersi di lui e offrirgli una consulenza sostanziosa perché Milani, a dargli retta, farebbe risparmiare bei soldi allo Stato e quindi a noi contribuenti. Da tempo i suoi libri, e quest’ultimo a cominciare dal titolo non fa eccezione, sono un tragicomico atto di accusa contro l’ambientalismo degli incentivi, l’ecologicamente corretto, l’animalismo delle ministre, la natura sovvenzionata.
«Se non ci fossero i cacciatori di balene quelli di Greenpeace dovrebbero andare a timbrare il cartellino». Secondo me Michela Brambilla Chi ha ciulato la Corrente del Golfo? non se lo compra. E le presentazioni dubito saranno sponsorizzate dai bicognomati ras delle cosiddette fonti rinnovabili, intendo i Brachetti Peretti e i Tronchetti Provera: «Per metter giù una pala eolica ci vuole un milione di euro. Produce 100 euro di energia. Per ammortizzarne il costo ci vogliono 10.000 anni esatti».
Mentre la Littizzetto trastulla le plebi pagane attaccando la Chiesa (e Maurizio Crozza, che eroe, Domenico Scilipoti, e Neri Marcorè, altro eroe, Gasparri e il solito Silvio) Milani non personalizza, non fa imitazioni, non gioca il gioco facile degli schieramenti e dell’ideologia.
Lui, dai bar di Codogno dove consuma i pomeriggi innamorandosi perdutamente di bariste quarta misura, satireggia i poteri davvero forti: per questo è debole, per questo è il più grande.
Camillo Langone