Andrea Brenta, ItaliaOggi 11/5/2011, 11 maggio 2011
Aiuto, l’inglese sta esplodendo - Fino a non molto tempo fa, la colpa era attribuita tutta agli americani, rei di inquinare e, talvolta, snaturare la lingua di Shakespeare
Aiuto, l’inglese sta esplodendo - Fino a non molto tempo fa, la colpa era attribuita tutta agli americani, rei di inquinare e, talvolta, snaturare la lingua di Shakespeare. Oggi i puristi dell’inglese devono vedersela soprattutto con l’influenza asiatica, cresciuta progressivamente a partire dalla fine degli anni novanta. Anche perché la responsabilità degli americani, diciamolo, è stata molto ridimensionata. «L’influenza americana è largamente esagerata», spiega il linguista Jonnie Robinson, secondo il quale oltreoceano gli anglofoni sono molto rispettosi della tradizione e affezionati a quello che viene definito Queen’s English o Bbc English. Per dimostrare questa tesi, Robinson ha registrato 10 mila anglofoni di tutto il mondo (irlandesi, canadesi, newyorchesi, londinesi, indiani, giamaicani e così via) e, tra le altre cose, ha chiesto loro di pronunciare la parola «scone» (il tipico dolcetto servito all’ora del tè). Sorpresa: gli americani, nella stragrande maggioranza, applicano alla lettera le raccomandazioni del rispettabilissimo Oxford English Dictionary, che consiglia di pronunciare la «o» di scone come quella di «bone» (osso), mentre due terzi dei britannici la pronunciano come quella di «gone» (participio passato di «go», andare). Ma, osservano i puristi, gli americani omettono, sistematicamente, di pronunciare la «h» di «hospital» o di «hotel». «Nel XIX secolo», è la replica di Robinson, «gli aristocratici si facevano un vanto di non pronunciarla». E la parola «autunno», per la quale gli americani utilizzano «fall» e i britannici «autumn»? «Una reminiscenza del vecchio inglese», osserva ancora il linguista, il quale aggiunge: «Attraverso i secoli si è sempre constatato che le colonie britanniche erano, in materia di lingua, molto più conservatrici di Londra». Inoltre, «sono pochi gli americani che vivono nel Regno Unito, cosa che limita, di fatto, la loro influenza sulla lingua utilizzata quotidianamente dai sudditi di Sua Maestà». E allora Hollywood, le serie tv, la musica d’oltreoceano? Sembra che nulla possa sostituire il confronto in carne e ossa tra due popolazioni di origine diversa affinché una lingua si muova, si arricchisca o si impoverisca, a seconda dei punti di vista. È per questo che, da ormai più di trent’anni, sono i caraibici, molto numerosi nel Regno Unito, a imporre i loro codici ai giovani britannici e, oggi, ai loro figli. Come attesta l’aggettivo «peng» che non troverete mai in un dizionario e che ormai per tutti i minori di 25 anni, quale che sia la loro classe sociale o l’origine geografica, significa «carino, attraente». Negli ultimi anni, poi, come detto, si è aggiunta anche l’influenza asiatica. Risultato: una lingua ricca di influenze cockney, giamaicane e pakistane che i linguisti definiscono «Multi ethnic youth dialect» o «Multi cultural London English». Una lingua in perenne movimento.