Mario Platero, Il Sole 24 Ore 11/5/2011, 11 maggio 2011
MADOFF, ARRIVA IL LIQUIDATORE ITALIANO
Le vittime italiane di Bernie Madoff, galvanizzate dai successi del liquidatore americano Irving Picard, hanno deciso di lanciare un affondo su Zolfo Cooper, il liquidatore britannico del feeder Kingate euro, (nominato dal tribunale delle British Virgin Island) per poter recuperare fondi o partecipare alla distribuzione di oltre 9 miliardi di dollari già recuperati in America. «Finora Zolfo Cooper non ci ha dato nulla, non ha recuperato nulla – ha detto al Sole 24 Ore uno degli investitori italiani - E’ chiaro che si deve fare qualcosa di più e dunque ci siamo organizzati per reagire».
Attravero l’investitore, che ha voluto mantenere l’anonimato, abbiamo ottenuto la password per entrare nel sito che dà informazioni sul fondo e abbiamo appreso da una lettera datata 3 maggio dell’elezione di quattro nuovi consiglieri «Members of the creditors and Investors Committee», in rappresentanza della banca svizzera Arner, della Bbva spagnola, del gruppo di consulenza finanziaria Deminor e della Isidor Capital, un’altra agenzia di consulenza finanziaria che appartiene all’investment manager italiano Giorgio Cicconetti. Le indiscrezioni raccolte hanno anche offerto per la prima volta uno spaccato dei fondi depositati nel feeder Kingate euro, che aveva una raccolta di 800 milioni di dollari. Secondo le indiscrezioni, almeno 500 milioni di dollari sono di diretta provenienza italiana, suddivisi in tre categorie: investitori istituzionali - dunque banche e gestori che operavano direttamente attraverso le loro tesorerie - funds of funds e una percentuale minore di investitori privati. Secondo un’altra fonte la percentuale italiana del feeder Kingate euro - attraverso investimenti indiretti - potrebbe «rappresentare addirittura il 90% dell’intero fondo».
In effetti i gestori del feeder fund erano due italiani, Carlo Grosso e Federico Ceretti, che avevano raccolto la fiducia dei nostri connazionali. Oltre al fondo euro avevano lanciato anche un fondo global che aveva una dotazione di un miliardo di dollari. Anche per quel fondo è stato nominato un gruppo di consulenti, diversi da quelli del fondo euro. La FIM Advisors di Grosso e Ceretto agiva da consulente di Kingate Management comunque riconducibile direttamente a loro. I due gestori oggi hanno una serie di cause aperte da ex clienti che cercano di fare il possibile per recuperare i loro fondi.
Il Sole 24 Ore è riuscito a raggiungere il nuovo consigliere Giorgio Cicconetti nel suo ufficio a Londra per chiedergli quali saranno le sue strategie per tutelare i diritti degli investitori italiani. Dopo una prima reazione circospetta, Cicconetti ha accettato di fare una dichiarazione: «Per la prima volta vengono coinvolti gli investitori in modo diretto», ha detto, definendo questo sviluppo una svolta per gli investitori italiani. Poi ha continuato: «Vogliamo approfondire il negoziato con il liquidatore americano per accertare il diritto dei fondi Kingate euro e global all’accesso ai fondi di Picard e siamo certi che trovereremo un interlocutore aperto, perchè i fondi non hanno una targa specifica, sono tutti finiti in America e debbono essere condivisi fra tutti coloro che sono stati truffati....E’ chiaro che i fondi recuperati da Picard debbono essere spalmati fra tutti e noi stessi ci adopereremo per il recupero di altri fondi insieme a Zolfo Cooper....».
Nel frattempo, proprio ieri da New York Picard ha rivelato di aver allargato la sua rete di recupero fondi: ha annunciato una causa contro la Safra National Bank of New York, la filiale dell’omonima banca brasiliana dei fratelli del leggendario banchiere Edmond Safra, chiedendo risarcimenti per quasi 111,7 milioni di dollari in trasferimenti effettuati dal feeder Fairfield. Lunedì, inoltre, aveva raggiunto un accordo con Kenneth Krys e Joanna Lau, liquidatori di Fairfield Greenwich, concordando di accusare congiuntamente i proprietari del fondo, tra cui il capofamiglia Walter Noel. In base all’accordo, si è acconsentito a ridurre da un miliardo a circa 230 milioni di dollari la domanda di rimborso per le perdite subite dai loro investitori. Mentre Picard ha lasciato cadere la richiesta di risarcimento da 3,8 miliardi presentata ai liquidatori di Fairfield.
«Safra New York sapeva o avrebbe dovuto sapere di numerose irregolarità che riguardavano gli investimenti effettuati tramite la Bernard Madoff Investment Securities, considerando il proprio background e gli investimenti» con Madoff, si legge nella documentazione relativa alla causa.