Roberto Scarcella, Il Secolo XIX 10/5/2011, 10 maggio 2011
“SAMOA, FUSO ORARIO A MISURA DI BUSINESS”
SAMOA, popolo di guerrieri maori, giocatori di rugby e - d’ora in poi - viaggiatori nel tempo.
Il prossimo 29 dicembre sarà infatti una specie di “Ritorno al futuro” per i samoani, che si troveranno dall’altra parte del mondo senza muoversi di un millimetro. Il mondo, in questo caso, è quello a strisce verticali dei fusi orari: scelto nel 1892 per fare affari con gli americani, ora non soddisfa più. All’epoca le autorità samoane pensarono che fosse una buona idea avvicinarsi, almeno con l’orologio, alla lontana California. Poi, attraversato il Novecento e questo spicchio di inizio millennio, il mondo è cambiato: fare affari con gli americani non è più così remunerativo. E allora tanto vale girare lo sguardo dall’altra parte, mettersi in affari con australiani, neozelandesi e - perché no - cinesi. Un bel rebus per chi si ritrova perennemente un giorno indietro. E visto che un modo di spostare le isole ancora non c’è, meglio spostare le lancette dell’orologio. La questione, facilissima, è allo stesso complicata: oggi quando in Australia è lunedì e l’Oceania ricomincia a scambiarsi merci e denaro, a Samoa è domenica e sono tutti in chiesa. Tagliati fuori dal giro del benessere. Ma grazie alla strana posizione geografica, a galleggiare dove i giorni si fondono l’uno con l’altro, i samoani possono permettersi di aggiungere tre ore ai propri orologi, guadagnando un giorno intero. E trovarsi di colpo un paio d’ore in anticipo su chi li precedeva.
Il salto nel tempo non è stato deciso dai samoani da un giorno all’altro. Andava preparato con cura. Quasi ad abituare non solo la gente e i partner commerciali, ma anche il Tempo stesso a qualcosa di nuovo. Per avvicinarsi ai due pesci più grossi dell’Oceania, vale a dire Australia e Nuova Zelanda, i primi passi erano stati fatti già unel 2009. Il re aveva invertito il senso di marcia nelle strade: prima si viaggiava tenendo la destra, come si fa in Italia e - non a caso - in America. Si cerca di assomigliare, anche al volante, a chi si è più amico. Ma visti gli affari, sempre più concreti e sempre più grossi, con l’Australia, meglio far guidare tutti a sinistra, come nel centro di Sydney o di Brisbane. Oggi, ingarbugliandosi ancora un po’ e tornando indietro nel tempo, si capisce il perché: atterrare su un’isola per dire “sì” a un’acquirente o a un venditore ha molto a che fare anche con l’umore. E trovarsi a guidare dalla parte sbagliata avrebbe potuto essere un inizio non particolarmente brillante per i manager visitatori.
E così, se il salto nel tempo funzionerà, rendendo migliore la vita sulle isole, i samoani dovranno ringraziare in particolar modo un certo Tuilaepa Sailele Malielegaoi, primo ministro dal nome quasi più complicato dell’incastro di fusi orari con cui si gioca da quelle parti del pianeta. Samoa sta al di là della linea che separa i sabati dalle domeniche e le domeniche dai lunedì. Un salto al di qua della linea ed è fatta. Ogni Paese decide per sé, senza dover troppo rendere conto a organismi sovranazionali. Ad esempio, altre isole del Pacifico come le Kiribati sono talmente stese in lunghezza che - seguendo le linee che partono da Greenwich - avrebbero tre fusi orari diversi. E infatti li avevano. Poi è stata unificata l’ora, creando però un caos ancora maggiore. Ufficialmente nell’arcipelago c’è un solo orario, ma non tutti lo rispettano. Ognuno fa più o meno come gli pare: naturale che darsi un appuntamento, soprattutto per chi vive in isole differenti, può essere un vero rompicapo.
Unificare gli orari è sempre stato il dubbio delle nazioni più estese: la Cina ad esempio segue un solo fuso, la Russia ne aveva ben undici sino a un anno fa. Ora ne sono stati tagliati tre, facendo infuriare i dimenticati del Kamchatka, nell’estremo Est: lontani da tutto e tutti, ricevono da sempre poche risorse da madre Russia. Nonostante tutto, per anni, non hanno mai alzato la voce. Ora gli hanno tolto perfino quel poco che credevano non potesse essergli mai tolto, un paio d’ore di sole. E così sono scesi in piazza urlando: «Ridateci il nostro tempo». Storie di altre latitudini. Ma chissà cosa succederà alle Samoa nel fatidico giorno X: 29 dicembre 2011. Un martedì che diventerà lunedì, così da arrivare a martedì prima di australiani e neozelandesi. Chissà se almeno per i festeggiamenti di Capodanno, i samoani ci avranno capito qualcosa.