Gaia Piccardi, Corriere della Sera 10/05/2011, 10 maggio 2011
IL RITORNO DI MARIA (MA NON DA SOLA) VACANZE ROMANE INSIEME A VUJACIC
Sasha è alto ((2.01 m), giovane (27 anni) e di solito sceglie il ristorante giusto (Campagnola, nell’Upper East Side, il favorito). Sasha mastica un po’ di italiano e volentieri, quando possibile, il risotto con le punte d’asparagi che ha imparato ad apprezzare a Udine, dove la sua carriera di guardia è decollata verso Los Angeles (riserva di Kobe Bryant nei Lakers per sei stagioni) e poi Newark, New Jersey, il parquet meno nobile del grande basket Nba che l’ha soprannominato «The Machine» per la sua abilità nei tiri da tre punti. Sasha, soprattutto, sette mesi fa ha regalato a Maria un anello da 250 mila dollari dopo quasi un anno di fidanzamento (prima uscita nel novembre 2009 a un concerto degli U2). La notizia? Sharapova è a Roma, alle prese con problemi di albergo («Avete presente quando un sito Internet mostra immagini magnifiche di un posto che, quando lo vedete di persona, si rivela una schifezza? Ecco, a me è appena capitato!» ) ma felice: «Il mio fidanzato è qui con me, anche se purtroppo non potrò dedicargli tutto il tempo che vorrei» . È una Sharapova innamorata e meno siberiana di una volta, la tennista numero 8 del mondo che stasera debutta agli Internazionali d’Italia del Foro Italico (contro la Makarova), sono passati tre anni dall’ultima apparizione, gli infortuni e la vita hanno smussato gli angoli, dentro gli occhi di ghiaccio si è sciolta neve e nel tono di voce non c’è rimpianto: «L’ultima volta che sono stata a Roma ero numero 1 o 2 del mondo. Adesso sto nuovamente bene e spero di migliorare presto» . Adesso c’è Sasha, che a Roma parla l’italiano per lei e confessa una sintonia nata su un playground comune: «Siamo atleti professionisti, delle nostre discipline conosciamo necessità e sacrifici. Ciascuno di noi sa perfettamente di che cosa ha bisogno l’altro per crescere e progredire nel suo lavoro. Ecco perché la nostra relazione funziona» . Paparazzati in California, tra Venice e Manhattan Beach (dove, nella casa di lui, avvenne la consegna del diamante: «Maria mi ha detto sì di slancio, quindi ne ho dedotto che le è piaciuto!» ), e indisturbati a Roma. Gli strani casi della vita. Ma non è casuale che la donna-marketing più celebre del mondo del tennis, la regina di Wimbledon 2004, Us Open 2006 e Australian Open 2008 tornata nelle top 10 dopo un periodo travagliato, la manager di se stessa che programma ogni mossa dall’età di 12 anni — quando al torneo giovanile Under 16 dell’Avvenire, a Milano, diceva: «Io non voglio diventare la nuova Kournikova, perché quella non vince mai. Io voglio diventare la nuova Sharapova» , e così fu —, abbia scelto la città eterna per sdoganare ufficialmente Sasha. Non è questione di soldi. Maria, infatti, grazie al suo rinnovo con Nike (70 milioni di dollari per 8 anni), il contratto più lucroso mai firmato da una sportiva, guadagna ben più di Vujacic. Che deve averla conquistata con altre armi: mai aprire il finestrino di colpo durante un volo notturno intercontinentale («Detesto quando la luce inonda improvvisamente la cabina» ); vietato russare; va bene prometterle la luna di miele alle Maldive («Non ci sono mai stata» ); mai chiederle di cucinare («Me la cavo solo con i biscotti» ); consentito regalarle molte paia di scarpe. Sua altezza Sasha, finora, non ha sbagliato una mossa (però è vivamente sconsigliato sederglisi dietro, stasera in tribuna).
Gaia Piccardi