Giovanni Belardelli, Corriere della Sera 10/05/2011, 10 maggio 2011
LA FOBIA DEI COBAS PER LE VALUTAZIONI IL BOICOTTAGGIO DEI TEST INVALSI
Vedremo oggi che risultato otterrà effettivamente il boicottaggio delle prove Invalsi (che per la prima volta quest’anno interessano anche le medie superiori, con le seconde classi) proposto dai Cobas della scuola. Nei giorni scorsi il panorama appariva variegato: se in alcuni istituti la maggioranza o comunque una parte del corpo docente sembrava intenzionata ad aderire a questa estrema forma di protesta, in altri si era deciso non solo di somministrare regolarmente i test ma di utilizzarli anche come un normale compito in classe, che concorrerà dunque a determinare il voto di fine anno in italiano e matematica (le due materie oggetto delle prove). Non tutto, nelle critiche ai test Invalsi, è privo di fondamento. Soprattutto non lo è il timore che il ricorso ad essi per valutare il sistema di istruzione possa alterare lo scopo dell’attività didattica: un insegnante di matematica — per non far fare brutta figura alla sua scuola e nel timore che altrimenti il suo lavoro possa esser giudicato negativamente — potrebbe essere indotto a orientare la sua attività didattica all’obiettivo di far ottenere ai suoi studenti un buon punteggio nei test più che ad insegnar loro a risolvere un problema attraverso un ragionamento appropriato. Ma chi ha proposto il boicottaggio non sembra affatto interessato a discutere di una questione del genere, della quale pare che l’Invalsi abbia del resto cominciato a tener conto dando maggior spazio quest’anno a risposte aperte e prove argomentative. Ieri, in un’intervista a Repubblica, il portavoce dei Cobas Bernocchi ha definito i test di oggi come una «schedatura delle competenze di massa» che potrebbe poi essere usata, valutando i risultati delle varie scuole, per una «gerarchizzazione retributiva dei docenti» . Sono giudizi che ripropongono una vera e propria fobia per ogni valutazione degli insegnanti e, anzi, degli stessi studenti (cosa sarà mai la «schedatura» paventata dal leader dei Cobas se non l’attribuzione a ciascuno studente di un determinato punteggio? e che male c’è?). Per questo c’è da augurarsi che al boicottaggio finisca con l’aderire solo una minoranza del nostro corpo docente. Giovanni Belardelli